sabato 29 giugno 2013

VISIONE 7000; INFORMAZIONE GLOBALE - CONCLUSIONE - EWALD FRANK


CONCLUSIONE

Gentile lettore,

Spero che Lei non si sia irritato per queste parole chiare, ma che veda in queste argomentazioni un segnavia verso il cielo. La fede recante salvezza non è in un Redentore morto, ma nel Signore vivente, che è risorto, che è andato in cielo da dove Egli ritornerà. Non disse soltanto: “Io sono la risurrezione e la vita”, ma ne diede l’inequivocabile dimostrazione e si assunse la garanzia per la nostra risurrezione.

“Gesù disse: Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muoia, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morrà mai. Credi tu questo?” (Giovanni 11:25-26). C’è solo questa unica via che debbono seguire tutti coloro che vogliono essere salvati. Chi desidera raggiungere il traguardo eterno deve liberarsi da tutto quel che non è di origine divina, anche da tutte le tradizioni religiose, e ritornare al Signore.

L’appartenenza ad una religione non ha nulla a che fare con la redenzione dell’anima, perché la salvezza proviene unicamente da Dio. Non ci sono né sacramenti dispensatori di salvezza né pratiche religiose che possono salvare. È solo nel Salvatore che troviamo salvezza, è solo nel Redentore che troviamo la redenzione. Si tratta della fede del singolo nell’unico vero Dio che si è rivelato a noi in Gesù Cristo.

Perfino i migliori propositi che gli uomini fanno in continuazione conducono accanto a Dio e sono votati al fallimento. L’uomo è giustificato davanti a Dio soltanto per la fede in Gesù Cristo, il Signore. È un libero dono di grazia che viene offerto all’umanità. Lei può prendere ora la propria decisione che vale per l’Eternità. L’Evangelo di Gesù Cristo, il nostro Signore e Salvatore, deve diventare per Lei un messaggio di allegrezza e di liberazione il cui effetto e la cui potenza divina Lei può sperimentare personalmente.

Creda ora che il Signore Gesù ha portato anche il suo peccato e Le ha fatto grazia. Anche Lei è chiamato a ritornare alla fede biblica provata da lungo tempo, quella fede che i profeti e gli apostoli avevano, e anche tutti i veri figliuoli di Dio in tutti i tempi. Nessuno ha bisogno di lasciarsi ingannare, illudere e raggirare per tutta l’Eternità. Tutti possono sperimentare personalmente la salvezza di Dio e ricevere la certezza di aver ottenuto grazia e di essere stati accettati da Lui.

Dopo aver finito di leggere, provi a parlare con Dio in preghiera. Parli con Lui e creda semplicemente che vale anche per Lei quanto sta scritto: “Egli perdona tutte le tue colpe, risana tutte le tue infermità, salva la tua vita dalla fossa, ti corona di bontà e compassioni” (Salmo 103:3-4). Sia certo che l’appello del Redentore: “Venite a me, voi tutti che siete travagliati ed aggravati, e io vi darò riposo” (Matteo 11:28) vale ancora oggi, come anche l’affermazione di Gesù: “Colui che viene a me, io non lo caccerò fuori” (Giovanni 6:37). Questo giorno può essere il più importante giorno della sua vita!

In questo trattato abbiamo sfiorato soltanto alcuni punti. Per tutti coloro che sono stati toccati nel cuore e desiderano saperne di più, c’è a disposizione della letteratura fondata unicamente sulla Sacra Scrittura. Certamente non è stato un caso, ma il volere di Dio, che questo semplice opuscolo sia capitato nelle sue mani.

Di tutto cuore Le auguro l’abbondante benedizione di Dio.






giovedì 27 giugno 2013

VISIONE 7000; INFORMAZIONE GLOBALE - LA DECISIONE PERSONALE - EWALD FRANK

LA DECISIONE PERSONALE

Ogni persona deve fare le sue esperienze personali con Dio, deve sperimentare la conversione e la nuova nascita tramite lo Spirito (Giovanni 3:6), raggiungere la certezza della salvezza (Romani 8:16) ed essere riempita e sigillata con lo Spirito Santo (Atti 2:4; Efesini 1:13 e altri). In Cristo, nostro Signore, Dio riconciliò con Sé l’umanità, anche Lei personalmente. L’unica fede che reca salvezza è collegata con il messaggio dell’Evangelo: “Siate riconciliati con Dio!” (2 Corinzi 5:19-20).

Nessuna azione religiosa come nessuna istituzione cristiana può procurare la vita e la redenzione eterna. La salvezza viene data ad ognuno tramite una personale esperienza di salvezza con Dio per la fede in Gesù Cristo, il Crocifisso e il Risorto vittorioso. A questo punto prende inizio in ognuno la fede nella redenzione compiuta e nel perdono, fede proveniente dalla predicazione del Vangelo (Romani 10:17) e recante salvezza. Soltanto colui che ha ricevuto la Vita eterna tramite un’esperienza personale con Dio vivrà in eterno.

“E la testimonianza è questa: Iddio ci ha data la vita eterna, e questa vita è nel suo Figliuolo. Chi ha il Figliuolo ha la vita; chi non ha il Figliuolo di Dio, non ha la vita” (1 Giovanni 5:11-12).

“Ma a tutti quelli che l’hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventar figliuoli di Dio; a quelli, cioè, che credono nel suo nome; i quali non sono nati da sangue, né da volontà d’uomo, ma sono nati da Dio” (Giovanni 1:12-13).

“In verità, in verità io ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio” (Giovanni 3:3). “Infatti, come per la disubbidienza di un solo uomo (Adamo) i molti sono stati resi peccatori, così anche per l’ubbidienza di uno solo (Cristo), i molti saranno costituiti giusti” (Romani 5:19). Chiunque abbia fatto l’esperienza della nuova nascita si sottometterà a Dio e alla Sua volontà.

Che il seguente passo delle Sacre Scritture possa verificarsi nella vita di ogni lettore che invoca sinceramente Dio: “Ti ho esaudito nel tempo accettevole, e ti ho soccorso nel giorno della salvezza. Eccolo ora il tempo accettevole; eccolo ora il giorno della salvezza!” (2 Corinzi 6:2).

Concludendo va detto che ci sono delle persone che vedono Dio in tutte le religioni e che citano Gesù Cristo alla stregua di un qualsiasi filosofo. Ciò fa veramente male. Il nostro Signore e Redentore si differenzia totalmente da tutti i fondatori di religione. La fede in Lui è nel contempo fede in Dio stesso, collegata con la speranza e la salvezza eterna. È un’offesa paragonare Lui, il Signore della gloria, con qualunque profeta nominatosi da sé. Tutti i fondatori di religioni sono stati seppelliti con le loro idee, nessuno di loro è risuscitato. Erano degli uomini come noi e non potevano aiutare né sé stessi né gli altri. I loro seguaci saranno là dove anche essi sono. Uno solo poteva e può dire: “Io sono la via, la verità e la vita…” (Giovanni 14:6) e anche coloro che Lo seguono saranno là dove Egli è. È solo in Cristo che Dio ci ha personalmente incontrati, è solo in Lui che possiamo avere un incontro personale con Dio. Il Padre celeste si è manifestato sulla terra solo in Uno, cioè nel Suo unigenito Figliuolo Gesù Cristo, in Lui Egli ha fatto di noi dei figliuoli e delle figliuole di Dio. “… avendoci predestinati nel suo amore a essere adottati come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà” (Efesini 1:5).

L’urgenza di dare l’ultimo invito e l’ultimo avvertimento viene da sé, considerando gli avvenimenti recenti. Nessuno può continuare a passare accanto all’adempimento delle innumerevoli predizioni profetiche. Tutta la profezia biblica si sta compiendo nei nostri giorni, fin nei minimi dettagli. Fu ordinato al profeta Daniele: “E tu, Daniele, tieni nascoste queste parole, e sigilla il libro sino al tempo della fine; molti lo studieranno con cura, e la conoscenza aumenterà” (Daniele 12:4). Solo quando è giunto il tempo dell’adempimento della profezia biblica, la nostra comprensione si apre per essa.

Deve essere dato ad ogni lettore lo spunto per considerare e riconsiderare seriamente questa tematica. In fin dei conti, si tratta di Lei personalmente. Dio ha un piano con l’umanità chiaro e comprensibile per tutti.

Perché? - William Marrion Branham



Predicazione tenuta dal fratello e profeta William Marrion Branham

Per gentile disposizione del seguente sito: http://www.it.branham.ru/



martedì 25 giugno 2013

VISIONE 7000; INFORMAZIONE GLOBALE - TRADIZIONI UMANE - EWALD FRANK

TRADIZIONI UMANE

 Ogni uomo nasce con una certa ideologia o concezione del mondo e la maggior parte degli uomini rimane così fino alla fine della loro vita, senza aver mai riflettuto neanche un istante sulla veridicità o falsità di tale concezione. Appartiene alle buone maniere rimanere fedeli alle tradizioni ricevute in eredità. Anche molti di coloro che adempiono i loro doveri religiosi, in fondo, vogliono essere lasciati in pace senza che si tocchi l’argomento «Dio». La causa di questo atteggiamento e di questo sviluppo sta in gran parte nelle religioni stesse. Si ha l’idea che i religiosi sbrigano tutto per tutti. Dalla nascita fino alla morte gli uomini vengono muniti di rituali pii e di cerimonie pie senza mai udire la Buona Novella che reca salvezza, senza mai sperimentarla e trovare la vera pace nel loro intimo.

Le grandi confessioni cristiane, con la loro struttura organizzativa, non costituiscono alcuna eccezione e debbono accettare di sottomettersi ad un profondo esame. Il semplice fatto di appellarsi a Cristo, agli apostoli o alla Sacra Bibbia non serve a niente e a nessuno. Le varie chiese, le chiese libere fino alle più piccole comunità di credenti si servono di passi biblici che vengono fatti quadrare con i loro concetti. Il tutto viene poi chiamato «unità nella diversità». In verità, a un esame più accurato, si può affermare che il Cristianesimo tradizionale di oggi non ha praticamente più nulla in comune con la Chiesa primitiva. Anche la chiesa Cattolica Romana non risale, come generalmente si ammette, a Cristo o a Pietro, ma si è costituita nell’«Imperium Romanum» quale organizzazione gerarchica e chiesa di Stato solamente nel tempo di Costantino, dopo il Concilio di Nicea nel 325 d.C. Gli imperatori romani Teodosio e Graziano, nel 380 d.C., misero fine alla libertà di religione. Un anno dopo, il Cristianesimo ortodosso venne dichiarato religione di Stato. È soltanto nel 441 d.C. che papa Leo I si appellò al passo del Vangelo di Matteo: “Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa…” (Matteo 16:18) e che si cominciò a parlare di una «successione apostolica». Questo processo fu concluso dall’imperatore d’Oriente Giustiniano (527–565) che trasformò i sacerdoti in funzionari dello Stato. In definitiva è soltanto da quel tempo che si può parlare dell’esistenza della chiesa Cattolica.

Oggigiorno, la stessa Bibbia viene interpretata in cento modi diversi. Al posto della Parola divina della rivelazione sono stati messi sempre nuovi dogmi, interpretazioni, prescrizioni e dottrine umane; ma nessuno di essi ha un qualche fondamento biblico. Non è così che tutti, sotto il pretesto che sia il Regno di Dio, edificano piuttosto il proprio regno religioso? Malgrado tutto, Gesù Cristo edifica la Sua propria Chiesa in mezzo al mondo delle chiese e la porterà a compimento. Dio ha un piano con l’umanità ed Egli stesso lo sta attuando. Per comprendere il Suo piano, dobbiamo liberarci da tutte le tradizioni e credenze ricevute in eredità e ritornare al punto di partenza originale, cioè alla Parola di Dio. Dio non chiede a nessuno una fede cieca. La vera fede ha due occhi spirituali sani e due piedi spirituali stabili. Essa riposa sul fondamento infallibile dell’Antico e del Nuovo Testamento, nei quali vede il consiglio di Dio con l’umanità dal principio alla fine.

Anche se la stragrande maggioranza di coloro che sono alla ricerca di qualcosa si accontenta dell’atmosfera festosa nelle riunioni dilettevoli e la maggioranza rimane più o meno nelle tradizioni, nelle dottrine e nei dogmi ricevuti in eredità, coloro che sono veramente sinceri consulteranno e agiranno solo secondo la Sacra Scrittura. Dio accorderà loro di raggiungere lo stato della Chiesa primitiva.

I veri credenti secondo la Sacra Bibbia aspirano ad essere in tutto e per tutto in armonia con la Sacra Scrittura. Per loro valgono e varranno fino alla fine le dottrine apostoliche della Deità, del battesimo, della Santa Cena, ossia della Comunione, ecc., come erano nel principio, e la pratica originale. Tutti coloro che appartengono alla vera Chiesa del Signore sperimenteranno in base a questo fondamento biblico l’operato conclusivo di Dio e il loro compimento per il giorno di Gesù Cristo, giorno che è sempre più vicino (Filippesi 1:6).

Ritorno e giubileo - William Marrion Branham



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Predicazione tenuta dal fratello e profeta William Marrion Branham

Per gentile disposizione del seguente sito: http://www.it.branham.ru/

sabato 22 giugno 2013

VISIONE 7000; INFORMAZIONE GLOBALE - L'ULTIMA CHIAMATA - EWALD FRANK

L’ULTIMA CHIAMATA

Prima che ritorni il Signore Gesù, l’ordine di missione dato da Lui deve essere eseguito in tutto il mondo per l’ultima volta (Marco 16:14-18 e altri). “E questo evangelo del Regno sarà predicato per tutto il mondo, onde ne sia reso testimonianza a tutte le genti; e allora verrà la fine” (Matteo 24:14). Non c’è mai stata prima la possibilità di eseguire adeguatamente questo compito come oggi, tramite i mass media. Ciò fu mostrato simbolicamente al profeta Giovanni sull’isola Patmo: “Poi vidi un altro angelo che volava in mezzo al cielo, recante l’evangelo eterno per annunziarlo a quelli che abitano sulla terra, e ad ogni nazione e tribù e lingua e popolo” (Apocalisse 14:6).

Dovrebbe essere più che risaputo che, fin dalla Riforma, ci sono stati diversi risvegli spirituali. Chi è informato in merito sa che, alla svolta del secolo, nel mondo intero ebbe inizio un potente operato dello Spirito e, in modo particolare, dopo la Seconda guerra mondiale, venne fatta una breccia verso la vera predicazione apostolica.

Prima che avessero luogo avvenimenti particolari, Dio ha sempre mandato i Suoi servi e profeti ai quali rivelava il Suo segreto (Amos 3:7). Con ciò pensiamo a Noè, a Mosè e ad altri come a coloro che apparvero nel corso della storia della Chiesa. Secondo quanto promesso nel libro del profeta Isaia (Isaia 40:3) e in quello del profeta Malachia (Malachia 3:1) e confermato da Gesù Cristo negli Evangeli, prima della prima venuta di Cristo apparve come precursore Giovanni Battista con il «messaggio d’introduzione». Il suo ministerio era importante nella storia della salvezza e stava in diretta relazione con gli avvenimenti nel Regno di Dio. Parimenti, anche in quest’ultimo periodo del tempo della grazia, prima della seconda venuta di Cristo, Dio ha adempiuto la Sua promessa e, prima del «giorno del Signore», Egli ha mandato un messaggero della grandezza di Elia con il «messaggio attuale» della Parola rivelata, come annunciato nel libro del profeta Malachia: “Ecco, io vi mando Elia, il profeta, prima che venga il giorno dell’Eterno, giorno grande e spaventevole. Egli ricondurrà il cuore dei padri verso i figliuoli, e il cuore dei figliuoli verso i padri…” (Malachia 4:5-6). Gesù Cristo stesso confermò nel Vangelo di Matteo (Matteo 17:11) questa promessa che era ancora futura e indicò anche il ministerio di Giovanni il Battista che aveva già avuto luogo (Matteo 17:12).Adesso si tratta di preparare la via al Signore e di volgere i cuori dei figliuoli di Dio alla dottrina e alla pratica dei padri apostolici come in quel tempo si trattava di volgere i cuori dei padri dell’Antico Testamento ai figliuoli del Nuovo Patto (Luca 1:16-17). Abbiamo a che fare con gli avvenimenti conclusivi della storia della salvezza e con il compimento della Chiesa neotestamentaria.

Il ministerio confermato in modo soprannaturale dell’uomo di Dio William Marrion Branham (1909–1965), che ho vissuto personalmente, mostra tutte le caratteristiche di un apostolo e profeta e rende testimonianza che, nella nostra generazione, la Sacra Scrittura si è adempiuta davanti ai nostri occhi. Avvennero delle cose straordinarie che ricordano il ministerio profetico del nostro Signore e i racconti dei Vangeli e del libro degli Atti degli apostoli, come testimoniano personalità di fama mondiale nell’ambito dei diversi movimenti di risveglio che, anche loro, furono testimoni oculari. Alla fine degli anni ‘40, il più conosciuto tra loro nel mondo intero, l’editore della rivista Voice of Healing, il rev. Gordon Lindsay di Dallas, Texas, USA, anch’egli testimone oculare, pubblicò nel 1950 il libro William Branham – A man sent from God (William Branham – Un uomo mandato da Dio). La dottrina e la pratica di questo umile uomo di Dio armonizzavano perfettamente con la testimonianza biblica degli apostoli e dei profeti. Tutti i criticoni dovrebbero considerare e riconsiderare sinceramente questa realtà.

Anche tutte le grandi chiese e tutte le altre confessioni cristiane vennero poi afferrate dal movimento spirituale che incominciò in maggio 1946. Centinaia di evangelisti furono ispirati e, così, ebbe inizio il loro ministerio. Da allora, per tutto il mondo, vengono tenute campagne evangelistiche interconfessionali, riunioni degli «Uomini d’Affari del Pieno Evangelo» e adunanze carismatiche. «Manifestazioni dello Spirito», «preghiera per i malati» ecc. oggi non vengono più attribuiti a piccoli gruppi marginali, ma vengono praticati in modo collettivo e perfino divulgati dai mass media. Tuttavia le chiese ufficiali e libere, senza rendersene conto, sono impigliate in dottrine e tradizioni non bibliche.

Se Dio conferma la Sua Parola tramite guarigioni nella vita degli ascoltatori credenti, ciò non è ancora la dimostrazione della correttezza della dottrina dell’evangelista o del “facitore” di miracoli. Ciò è solamente la prova che Dio è fedele, che Egli esaudisce le preghiere e che adempie le Sue promesse nella vita di coloro che Gli prestano fede.

La benedizione divina viene sopra tutti coloro che ardentemente la ricercano, “poiché Egli fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti” (Matteo 5:45). Le parole stesse del Signore danno anche in questo punto la chiarificazione necessaria: “Voi li riconoscerete dai loro frutti” (Matteo 7:16), dunque non dai doni spirituali dei quali ci si può appropriare e i quali si possono imitare, ma dai frutti dello Spirito (Galati 5:22-23), che debbono crescere e rendere testimonianza di quale «albero» effettivamente si tratta. In tutto ciò non è determinante la pioggia spirituale, ma la specie di semenza che si trova nel cuore su cui cade, perché ogni semenza produce secondo la sua specie. Sia la buona che la cattiva semenza si trovano sul campo di questo mondo. Il Signore disse: “Lasciate che ambedue crescano assieme fino alla mietitura” (Matteo 13:30). Alla mietitura la zizzania verrà legata e bruciata, il grano invece verrà raccolto nel Suo granaio. Deve adempiersi anche quel che il Signore stesso disse: “Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo, e in nome tuo cacciato demonî, e fatte in nome tuo opere potenti? E allora dichiarerò loro: Io non vi conobbi mai; dipartitevi da me, voi tutti operatori d’iniquità” (Matteo 7:22-23).

Secondo le parole del nostro Signore, il giusto e il falso esistono l’uno accanto all’altro. Il falso sarà perfino così simile al giusto che si dirà: “Ecco, il Cristo è qui. Ecco, il Cristo è là!”. Il Signore ci avvertì di ciò con le parole: “Perché sorgeranno falsi cristi (falsi unti) e falsi profeti, e faranno gran segni e prodigî da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti” (Marco 13:22). In realtà Dio è presente solo là dove Egli può mostrare le Sue vie e viene fatta la Sua volontà, là dove ci sono la Sua Parola e il Suo Spirito, dove la dottrina e la pratica concordano con la Sacra Bibbia.

Da sé stessi segni e prodigî non confermano nulla. Un’atmosfera suggestiva non conta per Dio. Per Lui tutto deve quadrare secondo le Sacre Scritture. Oggi dobbiamo avere la stessa proclamazione della Parola e la stessa pratica come nel tempo degli apostoli, collegate con la fede secondo la Sacra Scrittura, fondata sulla Parola di Dio e ancorata in Gesù Cristo.

Tutti coloro che hanno il timore di Dio debbono perciò riconoscere e credere le promesse che sono state date alla Chiesa di Cristo per l’ultimo periodo, aspettare il loro adempimento e sperimentarle. Prima del ritorno di Cristo, tutto deve essere messo in ordine e restaurato in modo biblico, vale a dire secondo il modello cristiano primitivo; così sta scritto negli Atti degli apostoli: “Gesù, che il cielo deve tenere accolto fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose; di cui Dio ha parlato fin dall’antichità per bocca dei suoi santi profeti” (Atti 3:21).

Proprio alla fine, prima della venuta di Cristo, sorgerà una vera Comunità biblica di credenti, non organizzata, con Cristo come Capo. Nella vera Chiesa del Signore, è vicina la grande breccia verso la predicazione e l’originale pratica cristiana secondo il modello del libro degli Atti degli apostoli e, con ciò, il «compimento della Riforma». Come era nel principio nel tempo degli apostoli, così deve essere alla fine. Il libro degli Atti degli apostoli è l’unico modello della Chiesa neotestamentaria valido davanti a Dio.

lunedì 17 giugno 2013

VISIONE 7000; INFORMAZIONE GLOBALE - L'OPERATO SOPRANNATURALE DI DIO - EWALD FRANK

L’OPERATO SOPRANNATURALE DI DIO

L’incarnazione del Redentore fu un atto soprannaturale di Dio nell’ambito naturale. Maria nacque in questo mondo come ogni altro essere umano e anche lei ebbe bisogno di salvezza. Era stata semplicemente scelta da Dio quale vaso terreno in cui venne deposto il Seme divino, affinché la Parola potesse diventare carne. Anche lei aveva bisogno dell’esperienza della salvezza e, per questo motivo, Maria fu tra le 120 persone che, radunate nell’alto solaio a Gerusalemme il giorno di Pentecoste, sperimentarono il battesimo dello Spirito Santo, esperienza che appartiene alla salvezza (Atti 1:14, 2:3 e altri).

Dio salva in un solo e unico modo, cioè sempre in relazione con la fede nella Parola della promessa. Maria credette nel messaggio divino che le recò l’angelo Gabriele e disse: “Ecco, io sono la serva del Signore; mi sia fatto secondo la tua parola” (Luca 1:38). Così la Parola divenne carne e nacque il Figliuolo di Dio. Allo stesso modo tutti gli uomini e tutte le donne devono credere nel messaggio divino, mettersi a disposizione di Dio e ricevere in loro stessi la Parola della promessa. Solo così può sorgere in loro una vita divina, operata dallo Spirito, mediante la nuova nascita. Dopo la fondazione soprannaturale della Chiesa neotestamentaria mediante l’effusione dello Spirito Santo, il giorno di Pentecoste, Maria non è più menzionata neanche una sola volta fino alla fine della Sacra Scrittura, né da Pietro, Giovanni o Giacomo e neanche da Paolo o da altri. Lei aveva adempiuto il suo compito. Si tratta di Gesù Cristo, l’unico che è Redentore, Mediatore e Intercessore. La «Mariologia» è ignota alla Sacra Bibbia ed è in contrasto con Gesù Cristo.

Quanto allo spirito, Gesù Cristo era Dio, quanto alla carne, era uomo. Egli era assolutamente santo e senza peccato, per questo poté prendere su di Sé il peccato di noi tutti e morire al posto nostro. Per mezzo del Suo sangue, in cui c’era la Vita divina, Egli ha realizzato la riconciliazione e il perdono per tutti. Lo possono sperimentare però solo coloro che ci credono. È stata compiuta una piena espiazione, una piena redenzione dell’anima, del corpo e dello spirito. Mediante la Sua risurrezione, il terzo giorno, l’opera di redenzione fu divinamente coronata e legittimata. La morte, il soggiorno dei morti e il diavolo furono vinti; il Risorto è il vero Vincitore di Golgota. Dopo la Sua risurrezione, Egli si fece vedere dai Suoi discepoli per quaranta giorni e parlò loro delle cose relative al Regno di Dio (Atti 1:3). Poi Egli fu portato su nel cielo davanti ai loro occhi (Luca 24:50-51).

Per tutti i veri credenti biblici, l’àncora irremovibile della loro anima sta in queste realtà divine. Nella Sua risurrezione è fondata la risurrezione dei Suoi, nella Sua ascensione la nostra certezza di essere rapiti da Lui nella Patria celeste.

Prima della fondazione del mondo, il Dio onnipotente aveva già destinato un Regno eterno ai Suoi figliuoli e alle Sue figliuole. Era impossibile che il fallimento degli uomini potesse mandare a monte il piano di Dio, e ancora meno renderlo vano. Ne risultò solamente un’interruzione temporanea che Dio però aveva già previsto. L’umanità, che si ribellò di propria volontà a Dio e si mise così sotto la signoria di Satana, fu riscattata dal Signore senza alcun intervento dell’uomo. La redenzione è contemporaneamente sia una realtà storica sia una realtà della salvezza. Con l’Evangelo, viene recato agli uomini il messaggio di allegrezza e di liberazione. Si tratta dell’offerta totale della grazia di Dio. In virtù di questa redenzione, i figliuoli degli uomini che, fin dalla loro nascita, sono figliuoli della morte, diventano figliuoli di Dio nati di nuovo che ricevono la Vita eterna, se accettano nella fede questa opera di salvezza.

Poiché il Regno di Dio è un Regno eterno, tutti coloro che desiderano vivere in esso debbono avere la Vita eterna. Per questo motivo, come il Signore stesso disse, bisogna che ognuno nasca di nuovo (Giovanni cap. 3). La semenza per questa nascita dall’Alto è la Parola di Dio che porta in Sé il germe della Vita divina. Lo Spirito Santo viene sopra tutti coloro che hanno accettato la Parola di Dio con pienezza di fede, e produce la generazione divina. Tramite la generazione naturale siamo diventati delle creature terrene, temporali — dei figliuoli degli uomini. Tramite la generazione soprannaturale dallo Spirito, diventiamo dei figliuoli di Dio. “Poiché siete stati rigenerati non da seme corruttibile, ma incorruttibile, mediante la parola di Dio vivente e permanente” (1 Pietro 1:23). Nel momento in cui sperimentiamo la nuova nascita, diventiamo dei figliuoli e delle figliuole di Dio, e Dio diventa il nostro Padre celeste.

Chi crede nel Signore come suo Redentore in questo modo biblico, può sperimentare personalmente questa realtà. Questa offerta senza pari della grazia divina vale per ogni uomo che l’accetta, finché duri il giorno della salvezza. Nessuno può immaginare quanto sarà terribile per gli uomini che avranno respinto la salvezza passare nell’Eternità separati da Dio. Al più tardi, nell’ora della morte, tutti gli uomini, anche coloro che non credono alla vita dopo la morte, verranno confrontati con la realtà che, con la morte, non finisce tutto.

giovedì 6 giugno 2013

Krefeld, 05/02/2005 - Ewald Frank

Krefeld, 04/12/2004 - Ewald Frank

VISIONE 7000; INFORMAZIONE GLOBALE - DESTINATI A VIVERE IN COMUNIONE CON DIO - EWALD FRANK

DESTINATI A VIVERE IN COMUNIONE CON DIO

Secondo la volontà di Dio, fin dal principio gli uomini sono stati destinati a vivere in comunione con Lui. Per questo motivo, indipendentemente dalla loro religione o dalla loro razza, essi hanno la brama di adorare un essere supremo. Tutti sentono in sé un desiderio indefinibile di rendere omaggio a qualcosa o a qualcuno, a prescindere da come questo omaggio viene poi praticato. Se l’uomo non trova qualcosa di religioso a cui rendere omaggio, allora si rivolge alle ricchezze, alle passioni, allo sport, a qualche altro passatempo o anche ad un idolo. Questa profonda brama che ogni uomo, ricco o povero, porta in sé può essere soddisfatta per sempre soltanto con ciò che è divino.

Gli Ebrei credenti pregano al Dio che si è presentato a loro personalmente al tempo di Mosè come il Dio d’Israele. Un vero ebreo può credere solo all’unico Dio, perché Egli stesso disse: “Ascolta, Israele: il Signore Iddio nostro è l’unico Signore” (Deuteronomio 6:4). Nell’Antico Testamento le parole “Signore Iddio” — «Yahweh– Elohim» stanno scritte più o meno 6700 volte. Gli Ebrei credenti aspettano da un momento all’altro la venuta del Messia e la ricostruzione del Tempio, come era stato loro promesso.

Anche i Musulmani pregano il Dio unico che essi chiamano Allah. Il loro profeta Maometto credeva che il Messia era stato generato dallo Spirito, negava però la crocifissione di Cristo. Per lui, Egli era un grande Profeta e Messaggero di Dio, che Dio prese alla fine del Suo ministerio, ma non il Redentore e Signore. Maometto predicava il monoteismo assoluto, ma non aveva nessuna comprensione per la rivelazione di Dio in Cristo e per la necessità della redenzione.

Gli Indù credono nella loro trinità principale che consiste in Brahma, il creatore, Visnu, il preservatore, e Siva, il distruttore e rinnovatore, come pure in una moltitudine di dèi e pongono la loro fiducia nella dottrina che l’uomo ritorni nella vita futura eventualmente come animale e attraversi un continuo processo di purificazione finché raggiunga il traguardo finale. I Buddisti credono nello stesso modo alla reincarnazione e puntano sulla meditazione. Come nell’Induismo e nell’Islam, anche nel Buddismo si cerca invano un messaggio divino che esprima la salvezza e una speranza per l’Eternità, compresa la vittoria sulla morte. Però, una religione senza la salvezza e una vera speranza non è una religione vana?

Quel che importa è la «volontà di Dio» rivelata e confermata nella quale l’uomo deve lasciarsi inserire. Ci fu un periodo in cui i primi uomini vissero in diretta comunione con Dio il Signore nel giardino di Eden. In questa condizione originale di innocenza non conoscevano né sofferenza né dolore, né malattia né morte. Come creature dell’Eterno, essi erano destinati a vivere in eterno. Dio il Signore li aveva dotati di libero arbitrio, in modo che potevano prendere le proprie decisioni che avrebbero significato vita o morte; potevano scegliere tra il bene e il male, tra l’ubbidienza e la disubbidienza, tra la fede e l’incredulità. Così è ancora oggi per noi tutti. Fin dall’inizio, si trattò dell’ubbidienza ed è proprio in ciò che essi mancarono, prima Eva, poi Adamo. Lei diede ascolto alle argomentazioni e alle bugie di Satana sotto forma di serpente, fu sedotta, cadde in trasgressione e trascinò con sé Adamo.

Così il peccato originale era compiuto e, tramite la trasgressione del comandamento di Dio, tutti e due caddero sotto l’influenza del diavolo e dovettero morire. Dio il Signore attuò la Sua minaccia e li cacciò dal giardino di Eden. La comunione con Lui fu interrotta, sofferenza, malattia e morte vennero sopra tutta l’umanità, benché il nemico avesse promesso: “No, non morirete affatto… e sarete come Dio…” (Genesi 3:4-5).

Nessuno se ne lavi le mani e dica: «Ed io, cosa c’entro?», poiché ogni uomo e ogni donna, ogni ragazzo e ogni ragazza avrebbero agito esattamente come Adamo ed Eva — sì, lo fanno ancora oggi. Dio conosce noi tutti e sapeva già che nessun uomo sarebbe stato in grado di osservare i Suoi comandamenti e le Sue prescrizioni. Tuttavia, nella Sua giustizia, Egli li ha emanati affinché riconoscessimo le nostre trasgressioni e la nostra disubbidienza verso di Lui.

Se non ci fosse alcuna legge divina, nessuno potrebbe essere convinto della sua trasgressione, e nessuno potrebbe vedere la necessità del perdono e della redenzione. Noi tutti siamo nati in questo mondo separati da Dio e per Lui perduti e, per questo motivo, abbiamo bisogno della salvezza e di essere riconciliati con Lui. La coscienza ammonisce tutti, anche coloro che non hanno mai udito il messaggio divino e che non hanno mai letto la Sacra Bibbia. Ogni persona sa quando mente, imbroglia, ruba o fa qualcosa di vietato. Tutti, poveri o ricchi, buoni o cattivi, sono diventati colpevoli davanti a Dio. Che nessuno dica: «Io non ho ucciso nessuno, non ho fatto male a nessuno, quindi non sono colpevole». Il giusto giudizio di Dio è stato pronunciato su tutti, per questo tutti debbono morire. Nella vita non c’è veramente nulla che sia così certo come la morte, perché “è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio” (Ebrei 9:27). Siamo responsabili delle nostre azioni.

Con il peccato originale, la comunione con Dio venne interrotta. Ma Egli si ricordò di noi ed Egli stesso aprì una via verso di Lui per mezzo di Colui che poté dire: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6). Nel Suo immenso amore e nella Sua grande misericordia, il Signore stesso venne a noi, affinché noi potessimo venire a Lui.

Poiché abbiamo peccato in questo corpo terreno, Egli dovette assumere un corpo simile al nostro affinché in esso, quale Sostituto per tutta l’umanità e quale unico Innocente, Egli potesse prendere su di Sé il peccato di noi tutti e riconciliarci con Dio.

Ciò avvenne in Gesù Cristo, il nostro Signore, che ancora oggi chiama: “Venite a me, voi tutti che siete travagliati ed aggravati, e io vi darò riposo” (Matteo 11:28). Le persone che oggi vengono a Lui, quando suonerà per loro l’ultima ora, potranno affidare a Lui il loro spirito ed essere certe che Egli darà loro la stessa risposta come al malfattore: “Io ti dico in verità che oggi tu sarai con me in paradiso” (Luca 23:43). Tuttavia chi vive consapevolmente senza di Lui morrà anche senza di Lui. Beati sono solo coloro che vivono con Cristo e che muoiono in Lui: “Nessuno di noi infatti vive per sé stesso, e nessuno muore per sé stesso; perché, se viviamo, viviamo per il Signore; e se moriamo, moriamo per il Signore” (Romani 14:7-8; Apocalisse 14:13).