sabato 31 agosto 2013

NEL PRINCIPIO ERA LA PAROLA — NON L’INTERPRETAZIONE; IO EDIFICHERÒ LA MIA CHIESA; EWALD FRANK

IO EDIFICHERÒ LA MIA CHIESA


Cristo ha solo una Chiesa, che Egli stesso ha redento e chiama fuori da ogni popolo, tribù e lingua per unirla con Sé. Il Redentore dice: “Io edificherò la mia Chiesa…” (Mat. 16:16-18). Egli porta a compimento la Sua Chiesa che è la Sua proprietà per il glorioso giorno del Suo ritorno (Fil. 1:6 e altri). “… per farla comparire davanti a sé, gloriosa, senza macchia, senza ruga o altri simili difetti, ma santa e irreprensibile” (Ef. 5:27). Questo è uno dei periodi più importanti di tutta la storia dell’umanità. Adesso l’Evangelo eterno di Gesù Cristo viene predicato a tutti i popoli quale testimonianza (Mat. 24:14; Apoc. 14:6). Nel contempo c’è la chiamata ad uscire fuori per coloro che appartengono alla vera Chiesa del Signore ed Egli stesso grida ai Suoi: “Separatevene, dice il Signore, e non toccate nulla d’impuro; e io vi accoglierò” (2 Cor. 6:14-18; Apoc. 18:4). Naturalmente soltanto coloro che desiderano realmente sperimentare la loro preparazione e che fanno parte della Chiesa–Sposa accoglieranno e seguiranno questo invito. Nella Chiesa sono stati posti diversi ministeri per particolari compiti, così sta scritto: “E Dio ha costituito nella Chiesa primieramente degli apostoli; in secondo luogo dei profeti; in terzo luogo dei dottori…” (1 Cor. 12:28; Ef. 4:11-16 e altri). Tali ministeri non vengono formati in una scuola biblica o in un seminario per predicatori, ma da Dio stesso dopo essere stati chiamati.

L’apostolo parla di coloro che, in virtù di una chiamata divina, sono stati destinati alla predicazione dei misteri del Regno dei cieli: “Così, ognuno ci consideri servitori di Cristo e amministratori dei misteri di Dio. Del resto, quel che si richiede agli amministratori è che ciascuno sia trovato fedele” (1 Cor. 4:1-2). Per questo motivo un’accusa deve essere mossa contro tutto ciò che non è biblico e viene ancora divulgato. Deve essere scoperto e messo a confronto con la Parola di Dio.

Nel corso della storia della Chiesa il consiglio di Dio non era mai stato rivelato in modo così chiaro e completo come oggi. Come era nel principio, alla prima venuta di Cristo, così è adesso prima del Suo ritorno: prima apparve il profeta promesso (Is. 40:3; Mal. 3:1), come lo troviamo confermato nei quattro Evangeli, un uomo mandato da Dio per preparare la via del Signore e per rendere testimonianza alla Luce che illumina ogni uomo. Poi apparve il Salvatore e Redentore promesso che Giovanni Battista aveva presentato. Oggi il Signore parla con i Suoi come in quel tempo, include tutta la Parola, comincia con Mosè, i Salmi e i profeti e continua con il Nuovo Testamento. A colui che crede a quel che Egli dice tramite la Sua Parola, Essa gli verrà anche rivelata e La capirà (Luca 24:27-49). A colui che non La crede, Essa non gli può essere rivelata. Soltanto la fede conduce alla rivelazione per mezzo dello Spirito. Dopo che il Signore aveva rivelato ai Suoi discepoli il significato delle parabole, chiese loro: “«Avete capito tutte queste cose?». Essi risposero: «Sì». Allora disse loro: «Per questo, ogni scriba che diventa un discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa il quale tira fuori dal suo tesoro cose nuove e cose vecchie»” (Mat. 13:51-52).

Un servitore dato dal Signore non annuncia verità parziali, ma proclama, nel vero senso della parola, tutto il consiglio di Dio. Nella bocca di tutti i servitori chiamati da Dio la Sua Parola rimane la pura Verità, come è proceduta dalla Sua bocca (1 Re 17:24). Adesso le parole «cibo», «volontà» e «opera» di Dio — opera di Dio che viene per il compimento nella «Chiesa–Sposa» — sono di nuovo collegate come allora con lo Sposo: “Gesù disse loro: «Il mio cibo è far la volontà di colui che mi ha mandato, e compiere l’opera sua»” (Giov. 4:34).

Adesso dobbiamo comprendere e vivere le parole del nostro Signore nel loro più profondo senso: “Sta scritto: Non di pane soltanto vivrà l’uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio” (Mat. 4:4) perché sta scritto: “«Ecco, vengono i giorni», dice il Signore, Dio, «in cui io manderò la fame nel paese, non fame di pane o sete d’acqua, ma la fame e la sete di ascoltare la parola del Signore»” (Amos 8:11). Allo stesso modo dobbiamo essere consapevoli che in ogni interpretazione della Parola viene trasmesso il veleno del serpente — la morte spirituale. Si tratta del significato della Parola nella Quale è stata rivelata la volontà di Dio.

È anche molto importante sapere quel che il Signore predisse, ciò che precede la Sua venuta come Sposo e quale ministero deve essere adesso eseguito. Con ciò si tratta anzitutto del ministero promesso del profeta Elia, tramite il quale sono state rivelate la piena Parola di Dio e la Sua volontà per l’ultimo periodo prima della scadenza del tempo della grazia. “Egli rispose: «Certo, Elia deve venire e ristabilire ogni cosa»” (Mat. 17:11). Si tratta però anche del ministero d’insegnamento che il Signore ha descritto così: “Qual è mai il servo fedele e prudente che il padrone ha costituito sui domestici per dare loro il vitto a suo tempo? … Io vi dico in verità che lo costituirà su tutti i suoi beni” (Mat. 24:45-47). Così viene realizzata la restaurazione. Così il ministero profetico è collegato con il ministero d’insegnamento affinché ogni cosa sia di nuovo riportata allo stato originale.

Le parole vuote non servono né a colui che parla né a coloro che ascoltano. L’apostolo Paolo ammonì: “Nessuno vi seduca con vani ragionamenti…” (Ef. 5:6). Del nostro Redentore sta scritto: “Allora ho detto: Ecco, vengo (nel rotolo del libro è scritto di me) per fare, o Dio, la tua volontà” (Ebrei 10:7-10). Dei redenti sta scritto: “E, stendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Poiché chiunque avrà fatto la volontà del Padre mio, che è nei cieli, mi è fratello e sorella e madre»” (Mat. 12:49-50) e pure: “Infatti avete bisogno di costanza, affinché, fatta la volontà di Dio, otteniate quello che vi è stato promesso” (Ebrei 10:36-39). Adesso il Cibo spirituale deve ristorarci affinché possiamo fare la volontà di Dio. Solo pregare: «Sia fatta la Tua volontà… » non servirà a nessuno. Come nel Capo, Cristo, così anche nelle membra del Corpo di Cristo deve avvenire nel compimento la volontà di Dio.

venerdì 30 agosto 2013

NEL PRINCIPIO ERA LA PAROLA — NON L’INTERPRETAZIONE; PROCEDUTO DA DIO; EWALD FRANK

PROCEDUTO DA DIO


“Nel principio… — non nell’Eternità che non ha né principio né fine — … era la Parola, e la Parola era con Dio…” (Giov. 1:1). Ciò si riferisce all’inizio del tempo e a tutto l’Antico Testamento. Il passo seguente parla del Nuovo Testamento: “E la Parola è stata fatta carne ed ha abitato per un tempo fra noi…” (Giov. 1:14). Nel compimento vale: “… e la Parola era Dio”. La chiave per la giusta comprensione sta nell’armonia dell’Antico e del Nuovo Testamento. Uno indica il futuro e rende testimonianza di ciò che verrà, l’altro il continuo presente, finché tutto sia adempiuto.

In tutto l’Antico Testamento Lo vediamo come Signore; nel Nuovo Testamento nella Sua incarnazione quale Figliuolo — come il Primogenito fra molti fratelli. La Sua testimonianza quale Figlio agli scribi in quel tempo e oggi è: “Se Dio fosse vostro Padre, mi amereste, perché io sono proceduto e vengo da Dio…” (Giov. 8:42). Rivolto ai Suoi discepoli in quel tempo e oggi, Egli dice: “… poiché il Padre stesso vi ama, perché mi avete amato e avete creduto che sono proceduto da Dio. Sono proceduto dal Padre e sono venuto nel mondo”.Su questo essi risposero in quel tempo — e oggi noi: “Ora sappiamo che sai ogni cosa e non hai bisogno che nessuno ti interroghi; perciò crediamo che sei proceduto da Dio” (Giov. 16:26-33). Nella preghiera sacerdotale il Figlio dice: “Poiché le parole che tu mi hai date le ho date a loro; ed essi le hanno ricevute e hanno veramente conosciuto che io sono proceduto da te, e hanno creduto che tu mi hai mandato” (Giov. 17:6-8)

Nei capitoli 14, 15 e 16 dell’Evangelo di Giovanni, il Figliuolo, che è proceduto dal Padre, annunciò la venuta dello Spirito Santo, che anche proviene dal Padre. “Ma quando sarà venuto il Consolatore che io vi manderò da parte del Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli testimonierà di me” (Giov. 15:26). Nell’Antico Testamento Dio disse: “… avverrà che io spanderò il mio Spirito sopra ogni carne…” (Gioele 2:28) — nel Nuovo Testamento ciò si adempì. Tutte le profezie che hanno annunciato la nascita del Figlio e la discesa dello Spirito Santo si adempirono. Incominciò con il fatto che lo Spirito Santo adombrò Maria e così il Padre generò il Figlio che non fu chiamato «Figlio dello Spirito Santo», bensì «Figlio di Dio» (Luca 1:35). Dopo il Suo battesimo, il Figlio di Dio generato dallo Spirito fu ripieno dello Spirito Santo (Mat. 3:13-17) e così abitò in Lui tutta la pienezza della Deità fra noi, come sta scritto: “Perché in lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità” (Col. 2:9) affinché potesse essere adempiuto: “… e voi avete tutto pienamente in lui, che è il capo di ogni principato e di ogni potenza” (Col. 2:10). Il precursore, Giovanni Battista, aveva annunciato quel che avvenne dopo: “Io vi battezzo con acqua, in vista del ravvedimento; ma colui che viene dopo di me è più forte di me, e io non sono degno di portargli i calzari; egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e con il fuoco” (Mat. 3:11).

Questo ci viene narrato in Atti, capitolo 2, versetto 33, in relazione con la discesa dello Spirito Santo. Anche Pietro ha potuto testimoniare ciò di coloro che erano diventati credenti, che si erano fatti battezzare e avevano ricevuto il dono dello Spirito Santo (Atti 10:44-48). Nel capitolo 11, l’apostolo lo sottolinea un’altra volta affinché tutti lo comprendano una volta per sempre: “Avevo appena cominciato a parlare quando lo Spirito Santo scese su di loro, esattamente come su di noi al principio. Mi ricordai allora di quella parola del Signore che diceva: «Giovanni ha battezzato con acqua, ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo»” (Atti 11:14-18). La stessa cosa tocca a tutti i figliuoli e a tutte le figliuole di Dio: odono la Parola, quale Semenza divina La ricevono nei loro cuori, nascono di nuovo mediante generazione dallo Spirito a una speranza viva (Giac. 1:18; 1 Piet. 1:23) e sperimentano l’«essere riempiti dello Spirito Santo».

Ancora una volta bisogna chiedersi con quale diritto i padri conciliari hanno annullato la testimonianza chiara e veritiera della Scrittura e hanno fatto delle loro dottrine umane dei comandamenti. Bisogna pure chiedersi perché le Chiese Protestanti persistono nel «Credo» non biblico e nelle dottrine tradizionali. E allo stesso modo bisogna chiedersi se non si ripete come al principio che i costruttori hanno rigettato la Pietra angolare, che è pure la Pietra della vetta, vale a dire Alfa e Omega. È stato predetto nella Parola profetica riguardo a coloro che edificano secondo i propri piani: “La pietra che gli edificatori avevano rigettata è divenuta la pietra angolare” (Salmo 118:22). Eppure “Egli sarà un santuario” per gli uni, “ma anche una pietra d’intoppo” purtroppo per gli altri (Is. 8:14). “Perciò così parla il Signore, Dio: «Ecco, io ho posto come fondamento in Sion una pietra, una pietra provata, una pietra angolare preziosa, un fondamento solido; chi confiderà in essa non avrà fretta di fuggire»” (Is. 28:16; Rom. 9:33).

Dio ha posto ogni cosa sulla base della fede e della rivelazione. Così dice il Signore Gesù: “Non avete mai letto nelle Scritture: «La pietra che i costruttori hanno rifiutata è diventata pietra angolare; ciò è stato fatto dal Signore…»”. Ciò è avvenuto affinché Egli stesso potesse edificare la Sua Chiesa (Mat. 16:16-18) “… ed è cosa meravigliosa agli occhi nostri” (Mat. 21:42). L’apostolo Pietro ha dettagliatamente scritto su questo tema nella sua prima epistola, capitolo 2, dal versetto 1 al versetto 10.

Sotto la diretta influenza del maligno, di Satana, la Parola di Dio eternamente valida è stata annullata senza pietà e la «Pietra angolare» è stata gettata qua e là. Però adesso le dottrine bibliche debbono di nuovo essere messe in vigore senza compromessi tramite l’autorità della Parola di Dio. Tutte le dottrine e i dogmi ecclesiastici non biblici debbono essere demoliti. La «Pietra della vetta» verrà rimessa al posto che debitamente Gli spetta durante l’ultimo potente operato dello Spirito con acclamazioni (Zac. 4:7 e 10). Tutti i programmi, tutte le opinioni e interpretazioni passeranno, solo la Parola di Dio rimane in eterno (Is. 40:8; 1 Piet. 1:25; Luca 21:33). Così dice il Signore: “Io annunzio la fine sin dal principio, molto tempo prima dico le cose non ancora avvenute; io dico: «Il mio piano sussisterà, e metterò a effetto tutta la mia volontà…»” (Is. 46:10).

Tutti gli operai nel Regno di Dio portano una grande responsabilità per le anime loro affidate e non dovrebbe essere indifferente a nessuno dove esse passeranno l’Eternità. Ogni predicatore deve chiedersi da chi proviene l’insegnamento che rappresenta. La testimonianza del Redentore è chiara: “La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato. Se uno vuol fare la volontà di lui, conoscerà se questa dottrina è da Dio o se io parlo di mio” (Giov. 7:16-17).

Possono queste parole essere dette oggi dai predicatori, dagli evangelisti, dai pastori, dai dottori, ecc.? Qui ci si domanda anche se è stata data una diretta vocazione e missione dal Signore a cui possono essere riferite le parole: “In verità, in verità vi dico: chi riceve colui che io avrò mandato, riceve me; e chi riceve me, riceve colui che mi ha mandato” (Giov. 13:20). Solo allora si potrà dire: “Chi ascolta voi ascolta me; chi respinge voi respinge me, e chi rifiuta me rifiuta Colui che mi ha mandato” (Luca 10:16). Oggi, per chi valgono veramente le parole: “Come il Padre mi ha mandato, anch’io mando voi” (Giov. 20:21). Profeti e apostoli erano servi del Signore, da Lui inviati.

Dalla Parola della rivelazione divina è stata fatta una facoltà teologico–filosofica; la vocazione divina è diventata una professione. Le parole: “Saranno tutti ammaestrati da Dio” non risultano più vere. La fede è diventata filosofia benché Paolo ammonisse già in quel tempo:“Guardate che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vani raggiri secondo la tradizione degli uomini e gli elementi del mondo e non secondo Cristo” (Col. 2:8).

L’appello ad ogni servitore di Dio è ancora oggi: “Predica la Parola, insisti a tempo e fuor di tempo, riprendi, sgrida, esorta con grande pazienza e sempre istruendo” (2 Tim. 4:1-5). Così scongiurò Paolo il suo collaboratore Timoteo. Non è il servitore l’autorità, ma la Parola di Dio che è l’assoluto e l’unica autorità divina.

giovedì 29 agosto 2013

Missionario Ewald Frank - Intervista tv R.T.N.C. - Lubumbashi 09/07/2013


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Intervista fatta al missionario Ewald Frank a Lubumbashi il 09/07/2013
Predicazione e chiarimenti della Parola di Dio rivelata per il tempo della fine, basandosi solamente sulla Bibbia, illustrando qual'è il piano di Dio con l'umanità, annunciando l'imminente ritorno di Gesù Cristo.

Missionario Ewald Frank - Timisoara 21/07/2013



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Riunione presieduta dal missionario Ewald Frank a Timisoara il 21/07/2013
Predicazione e chiarimenti della Parola di Dio rivelata per il tempo della fine, basandosi solamente sulla Bibbia, illustrando qual'è il piano di Dio con l'umanità, annunciando l'imminente ritorno di Gesù Cristo.

mercoledì 28 agosto 2013

NEL PRINCIPIO ERA LA PAROLA — NON L’INTERPRETAZIONE; UNO SOLO È SEDUTO SUL TRONO!; EWALD FRANK



UNO SOLO È SEDUTO SUL TRONO!


 Nei giorni del re Achab il profeta Michea vide il Signore sul Suo trono. Michea non era il «profeta di una Chiesa», bensì un vero profeta di Dio che disse: “Perciò ascoltate la parola del Signore. Io ho visto il Signore seduto sul suo trono, e tutto l’esercito del cielo che gli stava a destra e a sinistra” (2 Cron. 18:18). Il profeta vide anche l’unico solo Signore seduto sul trono, e Lo vide circondato da angeli.

Il profeta Isaia è un altro testimone che ci trasmette la sua meravigliosa esperienza: “Nell’anno della morte del re Uzzia, vidi il Signore seduto sopra un trono alto, molto elevato, e i lembi del suo mantello riempivano il tempio. … Poi udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò? E chi andrà per noi?». Allora io risposi: «Eccomi, manda me!»” (Is. 6:1-3,8).

Ancora una volta chiamiamo come testimone il profeta Isaia. In ogni rivelazione di Dio c’è il predicato: «Io sono». “Io sono l’Eterno, Colui che esiste di per Sé stesso, lo stesso ieri, oggi, e in eterno”. “Il Signore è Dio eterno, il creatore degli estremi confini della terra” (Is. 40:28). “… che io sono. Prima di me nessun Dio fu formato, e dopo di me, non ve ne sarà nessuno. Io, io sono il Signore, e fuori di me non c’è salvatore… io sono Dio” (Is. 43:10-12). “Io sono il primo e sono l’ultimo, e fuori di me non c’è Dio” (Is. 44:6).“Io sono il Signore, e non ce n’è alcun altro; fuori di me non c’è altro Dio!” (Is. 45:5). “Io sono; io sono il primo e sono pure l’ultimo” (Is. 48:12 e altri). Da tutte le testimonianze bibliche risulta chiaramente che si tratta sempre di quell’UNO, fuori del Quale non c’è altro Dio. Il profeta Ezechiele, il cui nome significa «Dio fortificherà», ci narra la sua esperienza soprannaturale: “… c’era come una pietra di zaffiro, che pareva un trono; e su questa specie di trono appariva come la figura d’un uomo, che vi stava assiso sopra, su in alto. … Era una apparizione dell’immagine della gloria dell’Eterno. A questa vista caddi sulla mia faccia, e udii la voce d’UNO che parlava” (Ez. 1:26-28).

Sì, la figura di Dio il Signore è quella di un uomo, così come Egli camminava nel giardino di Eden. L’arco del Patto era sopra quell’UNO che era seduto sul trono. Egli è l’Iddio del Patto; Egli ha concluso un Patto con Israele quale Angelo del Patto (Atti 7:33-38). In Apocalisse, capitolo 10, il Signore viene con l’arco del Patto e quale Proprietario legittimo, pone i Suoi piedi sulla terra e sul mare. Egli ha concluso un Patto anche con la Chiesa neotestamentaria (Mat. 26:26-29) con il Suo Nome del Patto YASHUA/GESÙ quale Redentore. Nell’Antico Testamento i profeti annunciarono la salvezza e la venuta del Redentore, nel Nuovo Testamento tutta la profezia è realtà vissuta.

Neanche una sola volta sono state viste sul trono più figure divine o più Persone. Era sempre l’unico eterno Dio che come «Signore» assumeva una figura visibile. Neanche il profeta Daniele vide due Persone divine sul trono (Dan. 7:9-14). Osservò come i troni furono collocati per il Giudizio e come il Giudice supremo, inappellabile, nella figura del Vegliardo, prese posto. In relazione con il Giudizio vide come il Figlio dell’uomo venne sulle nuvole del cielo e fu fatto accostare al venerabile Giudice. Nel Nuovo Testamento possiamo leggere riguardo alla venuta del Figlio dell’uomo: “Or quando il Figliuol dell’uomo sarà venuto nella sua gloria, avendo seco tutti gli angeli, allora sederà sul trono della sua gloria” (Mat. 25:31). Quale Figlio dell’uomo, Sommo Sacerdote e Avvocato, Egli rimane alla destra di Dio finché tutti i nemici siano posti come sgabello dei Suoi piedi (Ebrei 2:5-9). Ciò può essere letto in diversi passi biblici. Così è la parola della promessa: “Siedi alla mia destra finché io abbia fatto dei tuoi nemici lo sgabello dei tuoi piedi” (Salmo 110:1; Ef. 1:17-23; Ebrei 2:5-9 e altri).

Ascoltiamo anche la testimonianza di Stefano: “Ma Stefano, pieno di Spirito Santo, fissati gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra, e disse: «Ecco, io vedo i cieli aperti, e il Figlio dell’uomo in piedi alla destra di Dio»” (Atti 7:55-56). Dalla Sua incarnazione fino al compimento vediamo il nostro diletto Redentore nei Suoi diversi compiti accanto a Dio. Nel Figlio tutte le immagini simboliche dell’Antico Testamento dovevano diventare realtà. Quale «Figlio di Dio» Egli è Redentore, quale «Figlio dell’uomo» Egli è Profeta. Quale «Figlio di Davide» Egli è Re. Quale «Figlio di Abrahamo» Egli è Erede del mondo — per mezzo di Lui siamo diventati eredi di Dio e coeredi di Cristo.

Egli è «l’Agnello di Dio» che portò il peccato del mondo sulla croce. Egli è «il Mediatore del Nuovo Patto» (Ebrei 8:6), Egli è «il Sommo Sacerdote» che entrò nel Santuario eterno con il Suo proprio sangue e lo offerse sul trono della grazia (Ebrei 9:11-12). Egli è«l’Avvocato» che ci rappresenta presso il Padre (1 Giov. 2:1). Egli è diventato tutto per tutti affinché tutti coloro che credono a Lui, possano diventare tutto per mezzo di Lui. Solo la fede in Gesù Cristo è vera fede in Dio. Perché Dio era in Cristo e riconciliò il mondo con Sé (2 Cor. 5:19).

Nella Sacra Scrittura sta scritto in ordine perfetto tutto ciò che concerne la salvezza. Ogni passo deve essere lasciato come è e là dove si trova. Se sta scritto «Figlio di Dio», deve rimanere nel contesto e non deve essere scambiato con «Figlio dell’uomo» o «Figlio di Davide». Se sta scritto: «Figlio dell’uomo», in nessun caso deve essere rimpiazzato con: «Figlio di Dio». La stessa cosa vale se sta scritto: «Mediatore», «Avvocato» e per tutti gli altri nomi. Ogni designazione, sì veramente tutto vale solo per il contesto dove sta scritto. Gli uomini che non avevano un’esatta conoscenza di Dio hanno fatto della Sacra Scrittura ben ordinata una confusione terribile e hanno così presentato la Sacra Scrittura come non degna di fede per rendere credibili le loro interpretazioni.

Andiamo ancora all’apostolo Giovanni che è stato reso degno di vedere la rivelazione di Gesù Cristo sull’isola di Patmo. Quando fu rapito in Ispirito nel «giorno del Signore», udì la voce dell’Onnipotente come d’una tromba. Quel che gli fu mostrato, lo doveva scrivere e, Dio sia ringraziato, egli lo fece fedelmente. Dopo aver presentato Gesù Cristo come il Testimone fedele, il Primogenito dei morti che ci ha liberati dai nostri peccati con il Suo sangue e ha fatto di noi un Regno e dei sacerdoti al Dio e Padre Suo — che è anche il nostro Dio e Padre (Giov. 20:17; Ebrei 2:10-18 e altri) — egli indica chi è Colui che viene con le nuvole: “Ecco, egli viene con le nuvole e ogni occhio lo vedrà; lo vedranno anche quelli che lo trafissero, e tutte le tribù della terra faranno lamenti per lui. Sì, amen” (Apoc. 1:7). Nel versetto seguente Colui che viene si presenta questa volta non come Figlio dell’uomo, ma come l’Onnipotente: “Io sono l’Alfa e l’Omega – dice il Signore Dio – Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente” (Apoc. 1:8).

Nel capitolo 4, Giovanni vide una porta aperta nel cielo e udì di nuovo la voce dell’Onnipotente come uno squillo di tromba che gli disse: “Sali quassù e ti mostrerò le cose che devono avvenire in seguito. Subito fui rapito dallo Spirito. Ed ecco, un trono era posto nel cielo e sul trono c’era UNO seduto” (Apoc. 4:1-2). Come Isaia, anche Giovanni vide Colui che era seduto sul trono e udì come il profeta nell’Antico Testamento: “Santo, santo, santo è il Signore, il Dio onnipotente, che era, che è, e che viene” (Apoc. 4:8).

Chi è colui che, di fronte ad affermazioni così chiare e veritiere della Sacra Scrittura su Dio potrebbe ancora persistere nelle false idee di un «Dio in tre Persone»? Colui che tiene ad avere grande stima e riconoscimento presso gli uomini non potrà mai umiliarsi sotto la potente mano di Dio e sottomettersi alla Sua Parola. Ma tutti coloro che credono così come dice la Scrittura ricevono la rivelazione divina e accettano la correzione.

Missionario Ewald Frank - Intervista a Kinshasa, 16/07/2013


Intervista fatta al missionario Ewald Frank a Kinshasa il 16/07/2013
Predicazione e chiarimenti della Parola di Dio rivelata per il tempo della fine, basandosi solamente sulla Bibbia, illustrando qual'è il piano di Dio con l'umanità, annunciando l'imminente ritorno di Gesù Cristo.

mercoledì 7 agosto 2013

NEL PRINCIPIO ERA LA PAROLA — NON L’INTERPRETAZIONE; DIO SI MANIFESTA; EWALD FRANK



DIO SI MANIFESTA



Nell’Eternità Dio era solo nella Sua pienezza originale di Spirito, Luce e Vita. Nei primordi Egli comparve in una sembianza visibile che viene chiamata la «Sua immagine». Come all’inizio Egli si manifestò visibilmente nella Sua corporeità spirituale, così anche gli angeli sono stati creati alla stessa maniera nella corporeità spirituale, precisamente nella stessa sembianza come anche Adamo.

Nel principio «Dio il Signore» creò il cielo e tutto ciò che lo riempie, poi la terra e il mare e tutto ciò che è in essi. Gli angeli Lo attorniano in cielo e sulla terra. In realtà dobbiamo semplicemente seguire le tracce delle rivelazioni di Dio per riconoscere come Egli si è manifestato nell’Antico e nel Nuovo Testamento.

In tutto l’Antico Testamento «Dio il Signore» si rivelò più volte in sembianze visibili. Così Lo vide Adamo, così Lo vide Abrahamo, così si manifestò a Mosè, così lottò con Giacobbe, così Lo videro i profeti sul Suo trono. Così testimonia di Lui la Sacra Scrittura.

Colui che, per esempio, vuole sapere a chi Dio parlò nel giardino di Eden quando disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza…” (Gen. 1:26-27), deve leggere i passi biblici relativi che parlano dell’«immagine di Dio» e anche quelli dove Dio il Signore ha pure usato il «noi», perché parlava a dei presenti che erano stati creati a Sua immagine.

In Genesi 3:22 Dio il Signore disse: “Ecco, l’uomo è diventato come uno di noi…”.

In Genesi 11:7 Dio il Signore disse: “Scendiamo dunque…”.

Allo stesso modo sta scritto in Isaia 6:8: “… E chi andrà per noi?”.

Come Paolo chiese: “Che dice la Scrittura?” (Rom. 4:3), così anche noi, in ogni caso, dobbiamo chiedere: «Che dice la Scrittura riguardo a questo tema?». Dobbiamo seguire le orme degli apostoli, credere come essi credevano, insegnare quel che essi insegnavano, battezzare come essi battezzavano, ecc. Senza eccezione ad ogni domanda biblica si risponderà correttamente solo con la Bibbia stessa.

In Giobbe, capitolo 38, apprendiamo a chi Dio parlò in realtà in Genesi, capitolo 1. Egli chiese al Suo servo: “Dov’eri quando gettavo le fondamenta della terra? … Dov’eri quando le stelle del mattino cantavano in coro e le creature celesti (gli angeli) gridavano di gioia?” (Giob. 38:4-7). I presenti alla creazione erano gli angeli e le schiere celesti. Anche alla legislazione gli angeli erano presenti. La Sacra Scrittura riferisce dappertutto di un unico Legislatore: “Poiché il Signore è il nostro giudice, il Signore è il nostro legislatore…”(Is. 33:22), tuttavia viene detto: “Perché dunque la legge? Essa fu aggiunta a causa delle trasgressioni, finché venisse la progenie alla quale era stata fatta la promessa; e fu promulgata per mezzo di angeli, per mano di un mediatore” (Gal. 3:19). “Infatti, se la parola pronunziata per mezzo di angeli si dimostrò ferma…” (Ebrei 2:2). Sta di fatto che il Signore come Angelo del Patto scese sul monte Sinai accompagnato da angeli e diede la legge. “Questi (Mosè) è colui che nell’assemblea del deserto fu con l’angelo che gli parlava sul monte Sinai e con i nostri padri, e che ricevette parole di vita da trasmettere a noi” (Atti7:38).

Non solo nel principio, (nell’Antico Testamento), alla creazione e alla legislazione, ma anche nel principio, (nel Nuovo Testamento), alla redenzione, degli angeli erano presenti. In Luca, capitolo 1, l’angelo Gabriele annunciò per prima cosa la nascita di Giovanni il Battista. Dal versetto 26 ci viene narrato: “Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città di Galilea, chiamata Nazaret…”. Egli annunciò la nascita del Redentore. Poi fu ancora un angelo che gridò ai pastori: “Oggi… è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore… E a un tratto vi fu con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e pace in terra agli uomini ch’egli gradisce! »” (Luca 2:8-14).

Dopo che il Figlio di Dio, alla tentazione, ebbe superato la prova, “allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli si avvicinarono a lui e lo servivano” (Mat. 4:11). Così sta scritto. In Giovanni 20:12, sono due gli angeli che stanno nel sepolcro vuoto, uno a capo e l’altro ai piedi, e annunciano il messaggio della risurrezione del Crocifisso. L’Antico e il Nuovo Testamento ci riferiscono la presenza di angeli dovunque il Signore opera qualcosa.

Colui che ha letto la Bibbia fino all’Apocalisse conosce i numerosi racconti che attestano che Dio ha dei messaggeri in cielo e sulla terra e che, là dove Egli fa la storia della salvezza, avviene sempre qualcosa di soprannaturale sulla terra. Giovanni sull’isola di Patmo esprime questo pensiero dicendo: “Queste parole sono fedeli e veritiere; e il Signore, il Dio degli spiriti dei profeti, ha mandato il suo angelo per mostrare ai suoi servi ciò che deve accadere tra poco” (Apoc. 22:6).

Vediamo la piena armonia dell’Antico e del Nuovo Testamento anche a questo riguardo. In compagnia di due angeli, «Dio il Signore» visitò Abrahamo alle querce di Mamre (Gen. cap. 18). Anche in questo passo si crede erroneamente di scorgere la «dottrina delle tre Persone». Siccome Abrahamo vide ad un tratto tre uomini (Gen. 18:2), si presume che sia stata la «santissima Trinità». Non era però né una «santissima» Trinità né una Trinità «profana» — era il Signore con due angeli, così ci viene testimoniato nella Sacra Scrittura.

Abrahamo servì i suoi ospiti “e quelli mangiarono” (Gen. 18:8).

Poi ci viene riferito: “Il Signore disse: «Dovrei forse nascondere ad Abrahamo quanto sto per fare?» … Quegli uomini partirono di là e si avviarono verso Sodoma; ma Abrahamo rimase ancora davanti al Signore” (Gen. 18:9-10, 13a, 16-17 e 22).

Nel capitolo 19 i due uomini vengono di nuovo chiamati «i due angeli»: “Or i due angeli giunsero a Sodoma verso sera; e Lot stava sedendo alla porta di Sodoma; e, come li vide, s’alzò per andar loro incontro e si prostrò con la faccia a terra” (Gen. 19:1). La parola angelo significa nella nostra lingua «messaggero, messo, inviato».

I due angeli sono poi di nuovo «i due uomini». Tutta la città si radunò davanti alla casa di Lot e gli si chiese: “Dove sono quegli uomini che sono venuti da te questa notte? Falli uscire, perché vogliamo abusare di loro” (Gen. 19:5). Lot chiede di non usare violenza agli ospiti e offre perfino le sue figlie agli empi omosessuali. Egli supplica: “… ma non fate nulla a questi uomini…” (Gen. 19:8).

Si tratta di farci vedere che Dio, fin dal principio, era circondato da angeli che avevano sembianze umane. «Dio il Signore» apparve più o meno 70 volte come «Angelo del Signore», come «Angelo di Dio», come «Angelo del Patto» (Es. cap. 6; Mal. 3:1; Atti 7:30-38) e come «Angelo della Sua faccia» (Is. 63:9).

In Genesi, capitolo 28, ci viene riferito come Giacobbe ebbe la sua esperienza personale con Dio. Vide una scala che poggiava sulla terra, mentre la sua cima toccava il cielo. “Il Signore stava al di sopra di essa e gli disse: «Io sono il Signore, il Dio d’Abrahamo tuo padre e il Dio d’Isacco. La terra sulla quale tu stai coricato, io la darò a te e alla tua discendenza»” (Gen. 28:13).

In Genesi, capitolo 32, il Signore non era più al di sopra della scala, ma qui sulla terra. Così ci viene narrato: “… e un uomo lottò con lui fino all’apparire dell’alba… E lo benedisse lì. Giacobbe chiamò quel luogo Peniel, perché disse: «Ho visto Dio faccia a faccia e la mia vita è stata risparmiata»” (Gen. 32:24-31).

La parola Peni–el significa nella nostra lingua «faccia di Dio». Dio era così realmente presente nella figura dell’angelo che Giacobbe Lo afferrò, lottò con Lui come si lotta con un uomo e ricevette da Lui un colpo all’anca. Sperimentò personalmente Dio, fu trasformato e dal vecchio Giacobbe, il «soppiantatore», divenne un nuovo Isra–ele, «colui che lotta con Dio».

Il profeta Osea riporta così l’esperienza di Giacobbe: “… nel suo vigore, lottò con Dio; lottò con l’Angelo e restò vincitore; egli pianse e lo supplicò. A Betel lo trovò, là egli parlò con noi. Il Signore è Dio degli eserciti; il suo nome è il Signore–YAHWEH” (Osea 12:4-6).

Che descrizione meravigliosa! Ha lottato con l’Angelo che nel contempo era il Signore, il Dio degli eserciti, il cui Nome è Yahweh — l’Eterno.

Chiamiamo Mosè come prossimo vero testimone, la cui esperienza soprannaturale con Dio viene testimoniata come segue in Esodo, capitolo 3: “L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco… Il Signore vide che egli si era mosso per andare a vedere. Allora Dio lo chiamò di mezzo al pruno e disse: «Mosè! Mosè!». Ed egli rispose: «Eccomi». Dio disse: «Non ti avvicinare qua; togliti i calzari dai piedi, perché il luogo sul quale stai è suolo sacro». Poi aggiunse: «Io sono il Dio di tuo padre, il Dio d’Abrahamo, il Dio d’Isacco e il Dio di Giacobbe». Mosè allora si nascose la faccia, perché aveva paura di guardare Dio” (Es. 3:2-6).

Tutt’e tre le designazioni vengono adoperate per la stessa Persona: Angelo del Signore, perché portava un messaggio; Signore, perché Egli è l’unico Sovrano; Dio, perché Egli è l’unico degno di adorazione, al Quale appartiene ogni onore per tutta l’Eternità.

Mosè voleva anche conoscere il Nome del Dio che si era rivelato ai suoi padri Abrahamo, Isacco e Giacobbe. “Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono». Poi disse: «Dirai così ai figli d’Israele: L’Io sono mi ha mandato da voi». Dio disse ancora a Mosè: «Dirai così ai figli d’Israele: Il Signore, il Dio dei vostri padri, il Dio d’Abrahamo, il Dio d’Isacco e il Dio di Giacobbe mi ha mandato da voi. Tale è il mio nome in eterno; così sarò invocato di generazione in generazione” (Es. 3:14-15).

In Esodo, capitolo 6, ci viene riferito: “Dio parlò a Mosè e gli disse: «Io sono il Signore. Io apparvi ad Abrahamo, a Isacco e a Giacobbe, come il Dio onnipotente; ma non fui conosciuto da loro con il mio nome di Signore” (Es. 6:2-3). Prima della conclusione del Patto con Israele, Dio rivelò il Suo Nome del Patto. Nel testo ebraico il Nome dell’Onnipotente è il tetragramma: «Io sono YHWH» che è: l’«IO SONO». Da ciò risulta il Nome YAHWEH. Nelle versioni della Bibbia nelle diverse lingue, gli uni scelsero il Nome SIGNORE,altri l’ETERNO, altri ancora YAHWEH, pur riferendosi sempre allo Stesso; però va detto che YAHWEH è il Nome giusto. Ciò risulta anche da tutti i nomi che cominciano o finiscono con «Yah». Il Signore si è sempre presentato come Quello che Egli è per i Suoi, cominciando da YAHWEH–Jireh — «il Signore provvederà» (Gen. 22:13-14) fino a YAHWEH–Shammah — «il Signore è presente» (Ez. 48:35). Per Dio — ELOHIM è già sufficiente El: El– Elyon — «Dio Altissimo» (Gen. 14:18), El–Shaddai — «l’Iddio che è sufficiente per i bisogni del Suo popolo» (Gen. 17:1), El–Olam — «l’Iddio che dura in eterno» (Gen. 21:33) fino a El–Gibbor — «Dio potente» (Is. 9:5). Come El–Shaddai, Dio si rivelò principalmente fino alla legislazione. Da quel momento il Suo Nome del Patto YAHWEH assume la parte principale. Emmanuele, in ebraico Immanu–El, significa «Dio con noi» e alleluia, in ebraico Hallelu–Yah, «Lodate l’Eterno!», Isaia, in ebraico Yesha–Yah, significa «Yahweh ha salvato». Daniele, in ebraico Dani–El, significa «Dio è Giudice»! «El» è sempre in rapporto con Dio e «Yah» con Signore.

È bene sapere che ogni rivelazione di Dio, fin dal principio, ha la sua importanza per la storia della salvezza. Così vediamo facilmente il passaggio dall’Antico al Nuovo Testamento. Il Nome del Patto neotestamentario Gesù è in ebraico YAH–SHUA e dice chiaramente chi è Colui che viene, vale a dire «Yaweh Salvatore». “… perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati” (Mat. 1:21). È profondamente deplorevole e indegno per Dio che il significato originale del Nome non sia stato trasmesso dai traduttori della Bibbia. Erano degli uomini che conoscevano bene le lingue, però ciò non è stato sufficiente, come possiamo constatare. Bisogna ricevere la rivelazione. Solo lo Spirito di Dio scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio (1 Cor. 2:10-16) e ci conduce in tutta la Verità (Giov. 16:7-15 e altri) — nei misteri nascosti del consiglio di Dio (Ef. 3:1-5 e altri).

venerdì 2 agosto 2013

Missionario Ewald Frank - Timisoara 20/07/2013



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Riunione presieduta dal missionario Ewald Frank a Timisoara il 20/07/2013
Predicazione della Parola di Dio rivelata per il tempo della fine basandosi solamente sulla Bibbia, illustrando qual'è il piano di Dio con l'umanità, annunciando l'imminente ritorno di Gesù Cristo.

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giovedì 1 agosto 2013

NEL PRINCIPIO ERA LA PAROLA — NON L’INTERPRETAZIONE; MATERIA DI RIFLESSIONE; EWALD FRANK

MATERIA DI RIFLESSIONE


Considerato l’imminente ritorno di Cristo dobbiamo trattare principalmente la giusta conoscenza di Dio e divulgare tutte le dottrine fondamentali della Chiesa neotestamentaria. Il battesimo biblico dei credenti che hanno ricevuto il perdono, la Santa Cena biblica in memoria della riconciliazione con Dio, (1 Cor. 11:26) finché il Signore venga — queste dottrine e anche le altre debbono essere rettificate secondo la Parola di Dio. Tutti dovrebbero avere sentimenti nobili come i credenti di Berea (Atti 17:10-15) ed esaminare la Sacra Scrittura per vedere se le cose stanno così. L’Iddio eterno, che si è rivelato personalmente in Gesù Cristo, può dare a ciascuno la chiarezza necessaria per mezzo del Suo Spirito. Solo Lui può condurre fuori dal traviamento e dalla disperata confusione babilonese.

Vale per sempre: “Anzi, sia Dio riconosciuto veritiero e ogni uomo bugiardo, com’è scritto: «Affinché tu sia riconosciuto giusto nelle tue parole e trionfi quando sei giudicato»” (Rom. 3:4). Rimaniamo vincitori, vale a dire trionfiamo unicamente se solo la Parola è la nostra testimonianza e noi stessi siamo afferrati dalla veridicità. “… poiché c’è un solo Dio, il quale giustificherà il circonciso per fede, e l’incirconciso ugualmente per mezzo della fede” (Rom. 3:30).

Dio è UNO SOLO, come sta scritto, ma non è afferrabile con tutta la conoscenza e il nostro intelletto nelle Sue molteplici rivelazioni. “Ma è proprio vero che Dio abiterà sulla terra? Ecco, i cieli e i cieli dei cieli non ti possono contenere…” (1 Re 8:27). Già nel principio Dio poteva camminare in una forma visibile, poteva chiamare ogni cosa all’esistenza per mezzo della Sua Parola onnipotente e, nel contempo, lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque producendo vita. Dio può trovarsi nel contempo in cielo e sulla terra, può essere onnipresente. Egli può essere in una forma corporale e lo stesso aleggiare sulla superficie delle acque quale Spirito, perché Egli è Spirito. “Tu sei stato fatto testimone di queste cose affinché tu riconosca che il Signore è Dio, e che oltre a lui non ve n’è nessun altro. Dal cielo ti ha fatto udire la sua voce per ammaestrarti; e sulla terra ti ha fatto vedere il suo grande fuoco e tu hai udito le sue parole venire dal fuoco. Sappi dunque oggi e ritieni bene nel tuo cuore che il Signore è Dio lassù nei cieli, e quaggiù sulla terra; e che non ve n’è alcun altro” (Deut. 4:35-36 e 39). Egli può essere seduto sul trono e scendere nel fuoco sul monte Sinai e ivi parlare con Mosè faccia a faccia e, tuttavia, fare udire la Sua voce dal cielo: “Sei sceso sul monte Sinai e hai parlato con loro dal cielo…”(Neh. 9:13). Egli può essere sul trono e contemporaneamente accompagnare personalmente Israele per 40 anni nella Colonna di fuoco. “Il Signore andava davanti a loro: di giorno, in una colonna di nuvola per guidarli lungo il cammino; di notte, in una colonna di fuoco per illuminarli, perché potessero camminare giorno e notte. Egli non allontanava la colonna di nuvola durante il giorno, né la colonna di fuoco durante la notte…” (Es. 13:21-22). Dio il Signore può rivelarsi personalmente nella Sua molteplicità senza diventare un’altra Persona. Egli è Creatore, Sostenitore, Re, Salvatore, Giudice e molte cose ancora, pur rimanendo sempre lo stesso.

“Dio è Spirito; e quelli che l’adorano, bisogna che l’adorino in spirito e verità” (Giov. 4:24).

Dio è UNO SOLO: “Ora, un mediatore non è mediatore di uno solo; Dio invece è uno solo” (Gal. 3:20). “Infatti c’è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo” (1 Tim. 2:5). Qual è l’uomo che ancora vuole azzardarsi a continuare a parlare di tre Persone dopo che abbiamo udito la testimonianza veritiera che Egli è «UNO SOLO»?

Egli è l’Unico, l’Invisibile: “Al Re eterno, immortale, invisibile, all’unico Dio, siano onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen” (1 Tim. 1:17). Chi vuole ancora una volta pronunciare la parola «uno e trino» di fronte ad una tale affermazione, quando la Scrittura rende testimonianza dell’«unico» Dio?

“Al Dio unico, nostro Salvatore per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore, siano gloria, maestà, forza e potere prima di tutti i tempi, ora e per tutti i secoli. Amen” (Giuda vers. 25). Sì, concordiamo con la testimonianza veritiera dell’apostolo, che l’«unico» Dio è diventato il nostro Salvatore per mezzo di Gesù Cristo. Amen. Amen.

 “Dio è luce, e in lui non ci sono tenebre. Se diciamo che abbiamo comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, noi mentiamo e non mettiamo in pratica la verità” (1 Giov. 1:5-6). Solo colui che cammina veramente nella luce della Parola può avere vera comunione con Dio.

Dio è l’unico Sovrano, il Solo che possiede l’immortalità: “… la quale sarà a suo tempo manifestata dal beato e unico sovrano, il Re dei re e Signore dei signori, il solo che possiede l’immortalità e che abita una luce inaccessibile; che nessun uomo ha visto né può vedere; a lui siano onore e potenza eterna. Amen” (1 Tim. 6:15-16). Sì e amen!