lunedì 18 febbraio 2013

IL''GIORNO DEL SIGNORE'' ORIGINE E IMPORTANZA DELLA PAROLA PROFETICA


L’apostolo Giovanni venne esiliato sull’isola di Patmo a motivo della “Parola di Dio e della testimonianza di Gesù”. In quel luogo, tramite lo Spirito di Dio, egli fu rapito in ispirito e vide in anticipo gli avvenimenti più importanti nel corso del tempo e venne perfino trasportato nel giorno del Signore. Questo giorno viene ampiamente descritto sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento. La supposizione che ciò si riferisca al sabato o alla domenica risulta da un equivoco ed è inesatta. Il giorno del Signore — il settimo giorno nella cronologia divina — è il periodo che segue il giorno della grazia e della salvezza (Ebrei 4:7; 2 Cor. 6:2; Is. 49:8). Dio calcola in giorni mentre noi calcoliamo in anni, per Dio un giorno è come mille anni per noi. “Ma voi, diletti, non dimenticate quest’unica cosa, che per il Signore, un giorno è come mille anni, e mille anni sono come un giorno” (2 Piet. 3:8; Salmo 90:4).
Dall’inizio del tempo abbiamo a che fare con sette perio­di profetici di un giorno che Dio ha destinato all’umanità. All’incirca trascorsero due giorni, cioè duemila anni circa, da Adamo ad Abrahamo; poi nuovamente duemila anni circa da Abrahamo a Cristo, e ora ci avviciniamo alla fine dei due giorni, che vengono anche chiamati gli ultimi giorni, in cui lo Spirito di Dio è operante sulla terra durante il tempo della grazia, che dura duemila anni (Atti 2:17). Il settimo giorno sarà il periodo di mille anni del Regno di pace di Cristo sulla terra (Apoc. cap. 20).
Prima del giorno del Signore, Dio voleva mandare il profeta Elia (Mal. 4:5). Diversi giudizi, il cui punto culminante sarà la battaglia di Harmaghedon (Apoc. 16:12-16, 19:11-21; Ezech. 38:20, 23; Gioele 3:9-17 e altri), introducono il giorno del Signore, l’ultimo periodo di mille anni prima dell’inizio dell’Eternità. Per questo motivo esso viene descritto per gli “empi” come un giorno crudele, d’indignazione e d’ira ardente, in cui si adempirà la seguente parola: “Il sole sarà mutato in tenebre, e la luna in sangue prima che venga il grande e terribile giorno dell’Eterno” (v. anche Is. cap. 13; Gioele 2:31; Ezech. 30:3; Gioele 2:1-2, 3:14; Sof. 1:14-15; Atti 2:20; 2 Piet. 3:10; Apoc. 6:12-17 e altri).
Il settimo giorno — il Regno di pace di mille anni — è il giorno di riposo di Dio. Alla fine di questo, Satana verrà sciolto ancora una volta per istigare alla battaglia finale tutte le potenze che sono contro Dio sotto la guida di «Gog e Magog», e queste saranno distrutte una volta per sempre (Apoc. 20:7-10). Poi avrà luogo l’Ultimo Giudizio, sorgeranno il Nuovo Cielo e la Nuova Terra, e il tempo sfocerà nell’Eternità.
Prima del giorno della salvezza, il Signore Iddio mandò il “Suo angelo” nelle vesti di Giovanni Battista quale precursore (Mal. 3:1; Mat. 11:10 e altri). Questi apparve con lo spirito e con la potenza di Elia per condurre i cuori di coloro che erano nella fede dei padri dell’Antico Testamento al nuovo inizio dei figliuoli del Nuovo Patto (Mal. 4:6a; Luca 1:17). “Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, affinché‚ tutti credessero per mezzo di lui” (Giov. 1:7). Egli gettò il ponte tra l’Antico e il Nuovo Testamento (Luca 16:16), preparò la via del Signore e appianò una strada per il nostro Dio (Is. 40:3; Marco 1:1-4 e altri).
Il profeta prima del giorno del Signore è apparso alla fine del giorno della salvezza, quindi ora, nell’ultima epoca della Chiesa, per ricondurre i cuori dei figliuoli del Nuovo Patto alla fede dei padri apostolici (Mal. 4:6b). Il suo Messaggio fondato sulla Bibbia riporta la vera Chiesa in piena armonia con la Parola e al suo stato originale, restituendole prima del ritorno di Gesù Cristo tutto ciò che possedeva nel principio. Tramite un potente operato dello Spirito Santo, che la Sacra Bibbia descrive quale “pioggia dell’ultima stagione”, la Chiesa di Cristo verrà riportata nel suo primitivo stato divino (Giac. 5:7-8). Nell’Evangelo di Matteo, il Signore Gesù parlò di questo ministerio annunciato dal profeta Malachia, dicendo che questo era ancora futuro: “Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa” (Mat. 17:11 — CEI), ed Egli confermò pure che il ministerio di Giovanni il Battista era già stato manifestato (Mat. 17:12-13). Quando apparve Giovanni Battista, gli furono poste tre domande; una di queste era: “Sei Elia? Ed egli rispose: Non lo sono” (Giov. 1:21). Nel versetto 23 il Battista si riferì alla Parola profetica dell’Antico Testamento che riguardava lui stesso e il suo ministerio.
Come il profeta Elia prese le dodici pietre corrispondenti alle dodici tribù d’Israele e riedificò l’altare del Signore esortando il popolo a ritornare a Dio (1 Re cap. 18), così, tramite l’ultimo Messaggio alla Chiesa neotestamentaria, la dottrina dei dodici apostoli verrà ristabilita e il popolo di Dio esortato a ritornare al Signore e alla Sua Parola. In realtà, è proprio adesso che sperimentiamo questa parte conclusiva della storia della salvezza.
L’apostolo Pietro, nella sua seconda predicazione dopo Pentecoste, si riferì alla promessa della restaurazione della Chiesa di Cristo quando, guidato dallo Spirito Santo, disse: “… affinché‚ vengano dalla presenza del Signore dei tempi di refrigerio e ch’Egli vi mandi il Cristo che v’è stato destinato, cioè Gesù, che il cielo deve tenere accolto fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose; tempi dei quali Iddio parlò per bocca dei suoi santi profeti, che sono stati fin dal principio” (Atti 3:20-21). Già all’inizio della Chiesa neotestamentaria, per bocca di un uomo chiamato da Dio, lo Spirito Santo disse in anticipo ciò che sarebbe avvenuto alla fine, cioè che la vera Chiesa, prima del ritorno di Cristo, sarebbe stata riportata nello stesso stato in cui si trovava la Chiesa primitiva

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