venerdì 30 agosto 2013

NEL PRINCIPIO ERA LA PAROLA — NON L’INTERPRETAZIONE; PROCEDUTO DA DIO; EWALD FRANK

PROCEDUTO DA DIO


“Nel principio… — non nell’Eternità che non ha né principio né fine — … era la Parola, e la Parola era con Dio…” (Giov. 1:1). Ciò si riferisce all’inizio del tempo e a tutto l’Antico Testamento. Il passo seguente parla del Nuovo Testamento: “E la Parola è stata fatta carne ed ha abitato per un tempo fra noi…” (Giov. 1:14). Nel compimento vale: “… e la Parola era Dio”. La chiave per la giusta comprensione sta nell’armonia dell’Antico e del Nuovo Testamento. Uno indica il futuro e rende testimonianza di ciò che verrà, l’altro il continuo presente, finché tutto sia adempiuto.

In tutto l’Antico Testamento Lo vediamo come Signore; nel Nuovo Testamento nella Sua incarnazione quale Figliuolo — come il Primogenito fra molti fratelli. La Sua testimonianza quale Figlio agli scribi in quel tempo e oggi è: “Se Dio fosse vostro Padre, mi amereste, perché io sono proceduto e vengo da Dio…” (Giov. 8:42). Rivolto ai Suoi discepoli in quel tempo e oggi, Egli dice: “… poiché il Padre stesso vi ama, perché mi avete amato e avete creduto che sono proceduto da Dio. Sono proceduto dal Padre e sono venuto nel mondo”.Su questo essi risposero in quel tempo — e oggi noi: “Ora sappiamo che sai ogni cosa e non hai bisogno che nessuno ti interroghi; perciò crediamo che sei proceduto da Dio” (Giov. 16:26-33). Nella preghiera sacerdotale il Figlio dice: “Poiché le parole che tu mi hai date le ho date a loro; ed essi le hanno ricevute e hanno veramente conosciuto che io sono proceduto da te, e hanno creduto che tu mi hai mandato” (Giov. 17:6-8)

Nei capitoli 14, 15 e 16 dell’Evangelo di Giovanni, il Figliuolo, che è proceduto dal Padre, annunciò la venuta dello Spirito Santo, che anche proviene dal Padre. “Ma quando sarà venuto il Consolatore che io vi manderò da parte del Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli testimonierà di me” (Giov. 15:26). Nell’Antico Testamento Dio disse: “… avverrà che io spanderò il mio Spirito sopra ogni carne…” (Gioele 2:28) — nel Nuovo Testamento ciò si adempì. Tutte le profezie che hanno annunciato la nascita del Figlio e la discesa dello Spirito Santo si adempirono. Incominciò con il fatto che lo Spirito Santo adombrò Maria e così il Padre generò il Figlio che non fu chiamato «Figlio dello Spirito Santo», bensì «Figlio di Dio» (Luca 1:35). Dopo il Suo battesimo, il Figlio di Dio generato dallo Spirito fu ripieno dello Spirito Santo (Mat. 3:13-17) e così abitò in Lui tutta la pienezza della Deità fra noi, come sta scritto: “Perché in lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità” (Col. 2:9) affinché potesse essere adempiuto: “… e voi avete tutto pienamente in lui, che è il capo di ogni principato e di ogni potenza” (Col. 2:10). Il precursore, Giovanni Battista, aveva annunciato quel che avvenne dopo: “Io vi battezzo con acqua, in vista del ravvedimento; ma colui che viene dopo di me è più forte di me, e io non sono degno di portargli i calzari; egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e con il fuoco” (Mat. 3:11).

Questo ci viene narrato in Atti, capitolo 2, versetto 33, in relazione con la discesa dello Spirito Santo. Anche Pietro ha potuto testimoniare ciò di coloro che erano diventati credenti, che si erano fatti battezzare e avevano ricevuto il dono dello Spirito Santo (Atti 10:44-48). Nel capitolo 11, l’apostolo lo sottolinea un’altra volta affinché tutti lo comprendano una volta per sempre: “Avevo appena cominciato a parlare quando lo Spirito Santo scese su di loro, esattamente come su di noi al principio. Mi ricordai allora di quella parola del Signore che diceva: «Giovanni ha battezzato con acqua, ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo»” (Atti 11:14-18). La stessa cosa tocca a tutti i figliuoli e a tutte le figliuole di Dio: odono la Parola, quale Semenza divina La ricevono nei loro cuori, nascono di nuovo mediante generazione dallo Spirito a una speranza viva (Giac. 1:18; 1 Piet. 1:23) e sperimentano l’«essere riempiti dello Spirito Santo».

Ancora una volta bisogna chiedersi con quale diritto i padri conciliari hanno annullato la testimonianza chiara e veritiera della Scrittura e hanno fatto delle loro dottrine umane dei comandamenti. Bisogna pure chiedersi perché le Chiese Protestanti persistono nel «Credo» non biblico e nelle dottrine tradizionali. E allo stesso modo bisogna chiedersi se non si ripete come al principio che i costruttori hanno rigettato la Pietra angolare, che è pure la Pietra della vetta, vale a dire Alfa e Omega. È stato predetto nella Parola profetica riguardo a coloro che edificano secondo i propri piani: “La pietra che gli edificatori avevano rigettata è divenuta la pietra angolare” (Salmo 118:22). Eppure “Egli sarà un santuario” per gli uni, “ma anche una pietra d’intoppo” purtroppo per gli altri (Is. 8:14). “Perciò così parla il Signore, Dio: «Ecco, io ho posto come fondamento in Sion una pietra, una pietra provata, una pietra angolare preziosa, un fondamento solido; chi confiderà in essa non avrà fretta di fuggire»” (Is. 28:16; Rom. 9:33).

Dio ha posto ogni cosa sulla base della fede e della rivelazione. Così dice il Signore Gesù: “Non avete mai letto nelle Scritture: «La pietra che i costruttori hanno rifiutata è diventata pietra angolare; ciò è stato fatto dal Signore…»”. Ciò è avvenuto affinché Egli stesso potesse edificare la Sua Chiesa (Mat. 16:16-18) “… ed è cosa meravigliosa agli occhi nostri” (Mat. 21:42). L’apostolo Pietro ha dettagliatamente scritto su questo tema nella sua prima epistola, capitolo 2, dal versetto 1 al versetto 10.

Sotto la diretta influenza del maligno, di Satana, la Parola di Dio eternamente valida è stata annullata senza pietà e la «Pietra angolare» è stata gettata qua e là. Però adesso le dottrine bibliche debbono di nuovo essere messe in vigore senza compromessi tramite l’autorità della Parola di Dio. Tutte le dottrine e i dogmi ecclesiastici non biblici debbono essere demoliti. La «Pietra della vetta» verrà rimessa al posto che debitamente Gli spetta durante l’ultimo potente operato dello Spirito con acclamazioni (Zac. 4:7 e 10). Tutti i programmi, tutte le opinioni e interpretazioni passeranno, solo la Parola di Dio rimane in eterno (Is. 40:8; 1 Piet. 1:25; Luca 21:33). Così dice il Signore: “Io annunzio la fine sin dal principio, molto tempo prima dico le cose non ancora avvenute; io dico: «Il mio piano sussisterà, e metterò a effetto tutta la mia volontà…»” (Is. 46:10).

Tutti gli operai nel Regno di Dio portano una grande responsabilità per le anime loro affidate e non dovrebbe essere indifferente a nessuno dove esse passeranno l’Eternità. Ogni predicatore deve chiedersi da chi proviene l’insegnamento che rappresenta. La testimonianza del Redentore è chiara: “La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato. Se uno vuol fare la volontà di lui, conoscerà se questa dottrina è da Dio o se io parlo di mio” (Giov. 7:16-17).

Possono queste parole essere dette oggi dai predicatori, dagli evangelisti, dai pastori, dai dottori, ecc.? Qui ci si domanda anche se è stata data una diretta vocazione e missione dal Signore a cui possono essere riferite le parole: “In verità, in verità vi dico: chi riceve colui che io avrò mandato, riceve me; e chi riceve me, riceve colui che mi ha mandato” (Giov. 13:20). Solo allora si potrà dire: “Chi ascolta voi ascolta me; chi respinge voi respinge me, e chi rifiuta me rifiuta Colui che mi ha mandato” (Luca 10:16). Oggi, per chi valgono veramente le parole: “Come il Padre mi ha mandato, anch’io mando voi” (Giov. 20:21). Profeti e apostoli erano servi del Signore, da Lui inviati.

Dalla Parola della rivelazione divina è stata fatta una facoltà teologico–filosofica; la vocazione divina è diventata una professione. Le parole: “Saranno tutti ammaestrati da Dio” non risultano più vere. La fede è diventata filosofia benché Paolo ammonisse già in quel tempo:“Guardate che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vani raggiri secondo la tradizione degli uomini e gli elementi del mondo e non secondo Cristo” (Col. 2:8).

L’appello ad ogni servitore di Dio è ancora oggi: “Predica la Parola, insisti a tempo e fuor di tempo, riprendi, sgrida, esorta con grande pazienza e sempre istruendo” (2 Tim. 4:1-5). Così scongiurò Paolo il suo collaboratore Timoteo. Non è il servitore l’autorità, ma la Parola di Dio che è l’assoluto e l’unica autorità divina.

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