lunedì 23 settembre 2013

NEL PRINCIPIO ERA LA PAROLA — NON L’INTERPRETAZIONE; COSA È DEGNO DI FEDE; EWALD FRANK


COSA È DEGNO DI FEDE

Solo Dio è degno di fede come pure la Sua Parola. Abrahamo credette a Dio e ciò gli fu messo in conto di giustizia (Rom. 4:3). Tutti i veri credenti sono la discendenza spirituale di Abrahamo (Gal. 3:29). Seguono le orme della fede, come dice la Scrittura. La testimonianza di Dio è chiara come pure quella dei profeti e degli apostoli. Adesso si tratta della nostra testimonianza che deve essere in armonia con quel che sta scritto.

La Cristianità, che ha apostatato dalla vera fede, ha creato una propria religione. L’UNICO Dio è stato diviso in più Persone che vengono perfino adorate separatamente. Poi segue l’elevazione di Maria a «Madre di Dio», a Theotokos — «colei che ha partorito Dio» (431 d.C.). Bene, e qui la cosa diventa molto seria, qui si dividono gli spiriti, perché così sta scritto: “Per questo si conosce lo Spirito di Dio: ogni spirito, che confessa Gesù Cristo venuto in carne, è da Dio. Ed ogni spirito, che non confessa Gesù Cristo venuto in carne, non è da Dio; e quello è lo spirito d’anticristo…” (1 Giov. 4:2-3)! Poiché i padri della Chiesa hanno messo il Figlio accanto all’Iddio UNICO come «Dio da Dio e Luce da Luce», come l’hanno formulato, e hanno fatto di Lui una seconda Persona eterna, definirono Maria «Madre di Dio». Questa è proprio la confessione anticristiana. La Bibbia non conosce alcun Dio che abbia una madre. Dio esiste di Eternità in Eternità. Quando Elisabetta fu ripiena di Spirito Santo, ella pronunciò quel che vale per sempre. Non disse: “Come mai mi è dato che la madre di Dio venga da me?”, ma, come sta scritto nel Libro della Verità: “Come mai mi è dato che la madre del mio Signore venga da me?” (Luca 1:43). L’angelo non annunciò neanche la nascita di Dio, ma la nascita del Figliuolo di Dio, che è il Signore (Luca 2:11).

Il Figlio fu generato ed è il «Cristo», il «Messia» manifestato in carne — l’«Unto di Dio». Non un Figlio eterno divenne carne, divenne uomo, ma Colui che nel principio era la Parola, il Logos, fu manifestato quale Figlio nel corpo di carne. Questa è la verità divina. La confessione di fede ecclesiastica non è la confessione di Gesù Cristo; è totalmente non biblica e, di conseguenza, anticristiana. Per questo motivo sta scritto con lo sguardo sulla confessione biblica del Figlio: “Chiunque nega il Figliuolo, non ha neppure il Padre; chi confessa il Figliuolo (come la Sacra Scrittura Lo confessa) ha anche il Padre” (1 Giov. 2:23). Prima l’apostolo Giovanni ha messo in guardia dall’Anticristo che non confessa Gesù come il Cristo venuto in carne. Mette in risalto «l’unzione dello Spirito» che ci insegna biblicamente: “… tutto ciò che è menzogna (anche quella di un «Figlio eterno»!) non ha niente a che fare con la verità” (1 Giov. 2:18-27). In nessun posto la Sacra Scrittura testimonia della nascita del Figlio di Dio nel cielo, ma, come annunciato nell’Antico Testamento e adempiutosi nel Nuovo Testamento, solo qui sulla terra. Nel cielo, dove era stato creato, c’era solo il «figlio dell’aurora», Lucifero. Però si sollevò, cadde e divenne l’avversario (Is. 14:12-14; Ez.28:11-17), il dio di questo mondo (2 Cor. 4:4).

Altrettanto anticristiana è l’elevazione di Maria a «Mediatrice» e «Avvocata», sì perfino a «Regina dei cieli», come pure anticristiani sono il dogma dell’«Immacolata concezione» e quello della sua «Assunzione», ecc. Se fosse realmente avvenuto, gli apostoli l’avrebbero testimoniato, esattamente come essi hanno documentato il concepimento verginale e l’ascensione di Cristo. Tutti questi dogmi non hanno alcun fondamento biblico, non provengono quindi da Cristo, il Capo della Chiesa e, di conseguenza, sono anticristiani. Poiché non vengono attestati nella Sacra Scrittura, sono da rigettare. La Bibbia conosce e cita solo Gesù Cristo come Mediatore e Intercessore, nessun altro. Lui solo è il Re dei re — non occorre una «Regina dei cieli», né nel cielo né sulla terra. Sta pure scritto: “Nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo: il Figlio dell’uomo che è nel cielo” (Giov. 3:13). Cosa è degno di fede: quel che dice la Parola di Dio o quel che hanno ideato i principi della Chiesa e i papi nel corso del tempo? Anche la storia della «successione apostolica» dei papi, a partire dell’apostolo Pietro, è solo una pia leggenda. Né la Bibbia né la storia della Chiesa riferiscono che Pietro sia mai stato a Roma.

Riguardo all’adorazione di Maria come pure di tutti i santi e delle loro immagini, bisogna però chiedersi se tutto ciò può essere un culto reso a Dio o è piuttosto un culto reso agli idoli, quando i defunti vengono invocati e venerati. La Mariologia e ogni adorazione di santi sono nel loro insieme estranei alla Bibbia. Fin da quel primo giorno di Pentecoste, allorché Maria sperimentò il battesimo dello Spirito Santo con i centoventi, esperienza assolutamente necessaria per essere salvati, fino alla fine del Nuovo Testamento, Maria non è più menzionata neanche una sola volta. Quale vaso eletto, quale vergine che Dio aveva scelto per partorire il Figlio (Is. 7:14), Maria aveva adempiuto il suo alto e unico compito. Maria era, sì, doveva essere una parte dell’umanità caduta, peccaminosa nella quale il Redentore nacque, affinché Egli potesse redimerci dalla caduta nel peccato. Perciò anche Maria confessò Cristo come suo Salvatore: “E Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore, e lo spirito mio esulta in Dio, mio Salvatore…»” (Luca 1:47).

In realtà, la Chiesa di Roma ha completamente cambiato le dottrine originali e, in parte, le ha trasferite da Cristo su Maria. Satana, quale principe di questo mondo, ha devastato tutto tramite i principi della Chiesa. Ha distrutto primieramente l’ordine divino della creazione, poi l’ordine divino della salvezza cosicché, sotto un manto religioso, è lui a ricevere l’adorazione anziché Dio il Signore, il Creatore e Redentore. Tutto ciò che non è biblico nel Cristianesimo apostatato deve essere posto sul banco di prova — sul banco degli imputati.

I padri della Chiesa, che non erano né apostoli né profeti, hanno sviluppato teorie e speculazioni su Dio e su altri temi che diventarono singole dottrine e da cui trassero poi i credo e i dogmi. Evidentemente non avevano alcuna comprensione della realizzazione del consiglio di salvezza di Dio, come era stato annunciato nell’Antico Testamento e avviene nel Nuovo, cioè che Dio avrebbe liberato dalla morte l’umanità da Lui separata dalla caduta nel peccato, l’avrebbe riconciliata con Sé e le avrebbe dato la Vita eterna. Come Adamo all’inizio della creazione naturale è stato creato quale figliuolo di Dio, così Cristo è il Figliuolo di Dio generato dallo Spirito, il principio della nuova creazione divina (Apoc. 3:14). “Egli è l’immagine del Dio invisibile, il primogenito di ogni creatura…” (Col. 1:15-16). “Perché quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli” (Rom. 8:29). “Infatti, poiché per mezzo di un uomo è venuta la morte, così anche per mezzo di un uomo è venuta la risurrezione dei morti. Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saranno tutti vivificati” (1 Cor. 15:21-22).

Anche i seguenti passi valgono per tutti i figliuoli e tutte le figliuole di Dio: “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove” (2 Cor. 5:17). “… a essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente e a rivestire l’uomo nuovo che è creato a immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità” (Ef. 4:23-24). “Voi, che eravate morti nei peccati e nella incirconcisione della vostra carne, voi, dico, Dio ha vivificati con lui, perdonandoci tutti i nostri peccati” (Col. 2:13). “Egli ha voluto generarci secondo la sua volontà mediante la parola di verità, affinché in qualche modo siamo le primizie delle sue creature” (Giac. 1:18). “… perché siete stati rigenerati non da seme corruttibile, ma incorruttibile, cioè mediante la parola vivente e permanente di Dio” (1 Piet. 1.23).

“E come abbiamo portato l’immagine del terrestre, così porteremo anche l’immagine del celeste” (1 Cor. 15:49). “E noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione del Signore, che è lo Spirito” (2 Cor. 3:17-18). Il Redentore doveva apparire nel corpo di carne e compiere qui sulla terra l’opera di redenzione. Sulla croce Egli esclamò: “Tutto è compiuto!” (Giov. 19:30). “Mandando il proprio Figlio in carne simile a carne di peccato e, a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella carne…” (Rom. 8:3).

Come Dio incaricò tutti i profeti — perfino Giovanni il Battista, che apparve come un uomo mandato da Dio — e tutti nacquero sulla terra, così avvenne anche l’invio del Figlio: Egli nacque qui sulla terra e fu mandato. L’errore fatale di ragionamento dei teologi consiste nel porre il Figlio già fin dall’Eternità accanto a Dio, nonostante Paolo abbia scritto in Galati 4:4 con piena chiarezza: “Ma quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge…”. E così Egli dovette: “… diventare simile ai suoi fratelli in ogni cosa, per essere un misericordioso e fedele sommo sacerdote nelle cose che riguardano Dio, per compiere l’espiazione dei peccati del popolo” (Ebrei 2:17).

“Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quand’egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com’egli è” (1 Giov. 3:2).

Krefeld, 04/08/2013 - Ewald Frank



Riunione presieduta dal missionario Ewald Frank.
Predicazione della Parola di Dio rivelata per il tempo della fine basandosi solamente sulla Bibbia, illustrando qual'è il piano di Dio con l'umanità, annunciando l'imminente ritorno di Gesù Cristo.

domenica 22 settembre 2013

NEL PRINCIPIO ERA LA PAROLA — NON L’INTERPRETAZIONE; SFIDA; EWALD FRANK

SFIDA

Vorrei incontrare la persona che mi dicesse e pure lo crede seriamente che ci sono tre Eterni, tre Onnipotenti, tre Onniscienti che esistono come Persone indipendenti che sono sempre concordi e si dividono la Deità. In realtà ciò significherebbe tre Dèi e non più l’UNICO Dio nel caso la lingua abbia ancora un senso. Per questo motivo la «religione trinitaria» del tunisino Tertulliano, dal quale proviene il concetto «Trinità» deve essere posto davanti al trono del giudizio divino. Deve sottomettersi alla sentenza definitiva della Parola di Dio. Allo stesso modo la dottrina di Sabellio, ripresa dalla «Chiesa Unitariana», deve essere chiamata in giudizio.

Sì, si rimane grandemente meravigliati riguardo a quanto viene asserito di recente nel mondo religioso: vale a dire che Ebrei, Cristiani e Musulmani credono allo stesso Dio. Adesso si tratta della globalizzazione, dell’ordine mondiale politico dominato dalla religione. Come si può leggere in prima pagina sui giornali, si persegue un’«alleanza delle religioni mondiali». Non solamente le Chiese figlie cristiane tornano alla Chiesa madre, anche tutte le religioni mondiali vengono invitate a Roma. Le dodici più importanti religioni hanno già dimostrato il loro desiderio di unità. Che tutte credano allo stesso Dio è, schiettamente detto, una menzogna incredibile.

Il Dio della Cristianità creato dai padri della Chiesa con tre figure e tre facce, come era conosciuto nelle antiche religioni naturali, come spesso rappresentato sui ritratti, non è il vero Dio del Quale la Bibbia testimonia. Tre Persone eterne che sono concordi e nel contempo diverse non possono in nessun caso essere l’unico vero Dio; comunque non è il vero Dio — il Dio di Abrahamo, Isacco e Giacobbe, il Dio d’Israele, l’UNICO ETERNO. Dio il Signore è lo stesso nell’Antico e nel Nuovo Testamento, indipendentemente di come e in qualità di che cosa si riveli. Egli stesso prescrisse al Suo popolo il vero credo: “Ascolta, Israele: Il Signore, il nostro Dio, è l’UNICO Signore” (Deut. 6:4-9). La stessa confessione vale anche nel Nuovo Testamento: “Gesù rispose: Il primo è: Ascolta, Israele: il Signore, nostro Dio, è l’unico Signore: Ama dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua, con tutta la mente tua, e con tutta la forza tua”. La risposta degli ascoltatori era: “Bene, Maestro! Tu hai detto secondo verità, che vi è un solo Dio e che all’infuori di lui non ce n’è alcun altro” (Marco 12:29-32).
 

È così che i rappresentanti della Trinità raffigurano spesso l’«Iddio in tre Persone». Bisogna chiedersi se Dio il Signore camminava così nel giardino di Eden. Adamo è stato creato secondo una simile immagine? Certamente no! Dio il Signore è apparso così ad Abrahamo? Sicuramente no! Ha parlato così con Mosè faccia a faccia? No di certo! Che i rappresentanti della «teoria delle tre Persone» possano capire una volta per sempre quanto assurde sono la loro idea e la loro dottrina! Dio non permette a nessun uomo di rappresentarLo in un’immagine, Lui che per noi è così incomprensibile e inspiegabile. Una simile immagine è una trasgressione di Esodo 20:1-7; è una bestemmia.


Dall’11 settembre 2001, quando alcuni fanatici islamici sgozzarono i piloti e dirottarono gli aerei con tutti i passeggeri verso le Torri gemelle del World Trade Center a New York, molti hanno studiato i relativi libri storici e enciclopedie sull’Islam. Rimanemmo sorpresi nell’apprendere che Allah, originariamente, era il dio babilonese della luna, il quale si dice desse la fertilità a tutta la vegetazione sulla terra. Solo dopo che Maometto condusse 28 guerre e vinse tutte le tribù circostanti e i loro dèi, proclamò Allah, il dio della luna, il dio della sua tribù come l’unico dio da adorare nella Ka’ba alla Mecca. Per questo motivo la religione dell’Islam ha scelto come simbolo la mezzaluna e ora combatte contro gli «infedeli», secondo il suo modo di vedere, fino a quando la mezzaluna diventerà luna piena, dovendo tutto il mondo sottomettersi alla religione di Maometto. Il «dio della luna» è dunque un tutt’altro dio, un dio ideato, che non ha proprio nulla in comune con l’Onnipotente!

L’affermazione che Dio si trovi in ogni religione e Cristo sia da trovare dappertutto, è anche una terribile menzogna. L’unico vero Dio vivente è Colui che noi incontriamo e che ci ha incontrati dal primo capitolo della Genesi fino all’ultimo capitolo della Bibbia. Malgrado le Sue molteplici rivelazioni il concetto «Monoteismo» può essere applicato solamente e unicamente a Lui.




Il 14 maggio 1999, in Vaticano, il Papa bacia un magnifico esemplare del Corano durante la visita del patriarca e imam di Bagdad. Per giorni e giorni la televisione irachena ha trasmesso questa immagine.





Adesso la premura è di riunire tutti in una «Comunità Mondiale degli Stati» accettabile da tutte le religioni. Ed ecco che il diavolo usa di nuovo una parola di Dio, vale a dire: “… che siano tutti uno”, non prende però in considerazione quanto sta scritto prima e dopo queste parole di Gesù. Adesso, allo scadere del tempo della grazia, avrà anche luogo la chiamata fuori dei figliuoli di Dio. Saranno uniti nella Verità come piccolo gregge sotto Cristo, il Capo: “… che siano tutti uno; e come tu, o Padre, sei in me e io sono in te” (Giov. 17:21). Il Signore chiama fuori i Suoi e pone ognuno davanti alla decisione con la domanda: “E quale accordo fra Cristo e Beliar? O quale relazione c’è tra il fedele e l’infedele? E che armonia c’è fra il tempio di Dio e gli idoli?”. La vera Chiesa di Cristo è anche definita dimora di Dio sulla terra: “Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come disse Dio: «Abiterò e camminerò in mezzo a loro, sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo»”. Segue la chiamata: “Perciò, uscite di mezzo a loro e separatevene, dice il Signore, e non toccate nulla d’impuro; e io vi accoglierò. E sarò per voi come un padre e voi sarete come figli e figlie, dice il Signore onnipotente” (2 Cor. 6:15-18).

È solo nel Figlio che il Padre venne a noi, solo in Lui veniamo al Padre: “Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. … Chi ha visto me, ha visto il Padre; come mai tu dici: Mostraci il Padre? Non credi tu che io sono nel Padre e che il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico di mio; ma il Padre che dimora in me, fa le opere sue»” (Giov. 14:6, 10). Così dice il Signore: “Io e il Padre siamo uno” (Giov. 10:30). 

martedì 10 settembre 2013

NEL PRINCIPIO ERA LA PAROLA — NON L’INTERPRETAZIONE; LA GRANDE APOSTASIA; EWALD FRANK

LA GRANDE APOSTASIA


Come mai che perfino le Chiese e Comunità cristiane là dove ancora recentemente le preghiere erano elevate al trono della grazia nel Nome di Gesù Cristo sono passate alla linea tradizionale ecclesiastica e il fondamento biblico viene abbandonato? Se oggi i leader delle Chiese riconoscessero che adesso Dio restaura ogni cosa riportandola al suo giusto stato, non dovrebbe essere proprio il contrario? L’apostolo Paolo non chiederebbe di nuovo: “Chi vi ha ammaliati?” (Gal. 3:1). Molte cose strane sono state introdotte soprattutto nelle riunioni delle confessioni di tendenza carismatica. Le persone, sotto un’influenza sconcertante di una musica genere discoteca, senza volerlo, vengono trascinate piene di entusiasmo.

Tutti coloro che prendono parte a una simile riunione fanno su comando tutto ciò che viene loro detto. Vengono anche avanti e, come già si aspettavano, cadono in fila sul dorso. Il carismatico spiega inoltre che sono state “toccate” dallo Spirito Santo e che sono entrate nel riposo di Dio. Ma è veramente così?

Chi ha letto la Sacra Scrittura sa che tutti, senza eccezione alcuna, trovandosi nella presenza di Dio caddero sulla loro faccia: da Abrahamo a Mosè e Aaronne fino a Giosuè, e tutto Israele alla consacrazione del Tempio (Gen. 17:3; Num. 14:5; Gios. 5:14; 1 Re 18:39). Davide esclamò: “Venite, adoriamo e inchiniamoci, inginocchiamoci davanti all’Eterno che ci ha fatti!” (Salmo 95:6-7). Anche Daniele cadde sulla sua faccia (Dan. 8:18). Anche Gesù, a Getsemani, si gettò con la faccia a terra (Mat. 26:38-42). Paolo scrive in 1 Corinzi 14:25 che là dove lo Spirito di Dio è all’opera per mezzo del dono di profezia, le persone si gettano giù con la faccia a terra. Anche Giovanni sull’isola Patmo cadde in avanti sulla sua faccia (Apoc. 1:17). Sì, perfino il mondo celeste cade in adorazione con la faccia a terra: “E tutti gli angeli erano in piedi intorno al trono, agli anziani e alle quattro creature viventi; essi si prostrarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio, dicendo: «Amen! Al nostro Dio la lode, la gloria, la sapienza, il ringraziamento, l’onore, la potenza e la forza, nei secoli dei secoli! Amen»” (Apoc. 7:11-12).

Qualcuno deve dire che tutto ciò non quadra e pronunciare l’avvertimento! Nella Parola di Dio coloro che non hanno voluto ascoltare e non sono entrati nel riposo divino vengono minacciati di cadere sul dorso: “La parola del Signore è stata per loro precetto dopo precetto, precetto dopo precetto, regola dopo regola, regola dopo regola, un poco qui, un poco là, affinché essi andassero a cadere a rovescio, fossero fiaccati, còlti al laccio, e presi!” (Is. 28:7-13). Proprio questa parola della Scrittura si adempie adesso e dappertutto. Se le persone cadono così come dice qui la Parola, allora non si può parlare di benedizione, ma di giudizio. Particolarmente adesso, l’ammonimento: “Provate gli spiriti!” è l’imperativo dell’ora. Però ciò può avvenire soltanto facendo un raffronto con la Parola di Dio. Adesso, alla fine dei tempi, gli spiriti seduttori sono così vicini all’autentico operato di Dio che, se fosse possibile, anche gli eletti sarebbero sedotti (Mat. 24:24). Se fosse lo stesso Spirito di Dio che operò nel principio, allora tutto dovrebbe essere come era nel principio: la stessa fede, lo stesso battesimo, gli stessi ministeri, i doni e i frutti dello Spirito dovrebbero essere manifestati. Di nuovo ciò che è ingannevole viene scambiato con ciò che è autentico. E così l’inganno continua. Per quanto tempo ancora?

Colui che non afferra che questo è l’ultimo periodo importante prima del ritorno di Cristo, durante il quale tutte le cose debbono essere riportate allo stato biblico originale e messe in ordine, non vedrà neanche l’urgenza di questa correzione riguardante la dottrina. Quel che Paolo disse profeticamente per il tempo della fine, lo viviamo adesso. La grande apostasia continua senza interruzione affinché l’uomo del peccato possa manifestarsi ed essere riconosciuto come autorità morale e religiosa stimata a livello planetario. L’avversario vero e proprio è il figlio della perdizione che s’innalza sopra tutto, considerandosi competente per tutto ciò che è chiamato Dio od oggetto di culto. La maggior parte delle persone non si accorge che l’intero mondo religioso gli dà retta, con una o perfino con tutt’e due le orecchie, e si trova con lui nella stessa barca. La Bibbia dice che tutti coloro che non hanno amore per la Verità — che è solamente e unicamente la Parola di Dio permanente in eterno — saranno vittime di una potenza d’errore e crederanno alla menzogna (2 Tes. cap. 2).

Perché colui che non crede alla Parola di Dio originale è condannato a credere alle bugie della Parola distorta. Chi non crede al Figlio di Dio crederà al figlio della perdizione. Chi non crede a quel che Dio disse tramite il vero Profeta (Deut. 18:15-19), il Messia,l’Unto, come Pietro sottolinea: “E avverrà che chiunque non avrà ascoltato questo profeta, sarà estirpato di mezzo al popolo” (Atti 3:17-26), crederà a quel che dice il falso profeta (Apoc. 19:20). Chi non crede pienamente quel che Cristo disse, crederà la dottrina dell’Anticristo. Appellarsi agli apostoli Pietro e Paolo non serve affatto se non si è concordi con loro nella dottrina e nella pratica biblica. È in gioco la Vita eterna! Solo quando le persone crederanno così come dice la Scrittura si manifesterà la vita operata dallo Spirito. La Parola è la Semenza (Luca 8:11) e la Vita divina che è nella Semenza può venire fuori solo in coloro che L’hanno ricevuta nella fede e sono morti con Cristo a sé stessi. “Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo; il campo è il mondo; il buon seme sono i figli del regno; le zizzanie sono i figli del maligno” (Mat. 13:37-38).

I falsi profeti e i falsi cristi, cioè i facitori di miracoli unti che Gesù Cristo, il nostro Redentore, predisse per questi tempi (Mat. cap. 24), sono in accordo con il «Credo trinitario» che Cristo e gli apostoli non conoscevano. Sostengono la pratica trinitaria del battesimo e, ciò facendo, sono contro la dottrina di Cristo e degli apostoli. La Chiesa primitiva invece rimase nell’insegnamento degli apostoli (Atti 2:42). Malgrado la conferma esteriore, dopo un esame in base alla Parola di Dio, sono falsi apostoli (Apoc. 2:2).

Secondo l’Evangelo di Matteo, capitolo 7, dal versetto 21, sono coloro che si appellano a tutto ciò che hanno fatto nel Nome di Gesù. Per sé stessi, rigettano tuttavia il Nome di Gesù che essi cantano e usano. Rifiutano categoricamente di farsi battezzare biblicamente, come l’apostolo Paolo, nel Nome del Signore Gesù Cristo (Rom. 6:3). Non sono pronti a portare l’obbrobrio di Cristo, vogliono piuttosto essere onorati dal popolo (Giov. 5:44). Senza esserne consapevoli, predicano un altro evangelo e un altro Gesù e stanno sotto l’influenza di un altro spirito (2 Cor. 11:1-13). Tuttavia adesso deve essere così, affinché sia adempiuto quel che sta scritto: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è ne’ cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiam noi profetizzato in nome tuo, e in nome tuo cacciato demoni, e fatte in nome tuo molte opere potenti? E allora dichiarerò loro: Io non vi conobbi mai; dipartitevi da me, voi tutti operatori d’iniquità” (Mat. 7:21-23).

Malgrado il loro ministero impressionante vengono respinti quali operatori d’iniquità e, con ciò, vengono parificati all’avversario, all’empio (2 Tes. 2:3-7). “Il Figliuol dell’uomo manderà i suoi angeli che raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori d’iniquità, e li getteranno nella fornace del fuoco” (Mat. 13:41-42).

Davanti a Dio deve essere mossa un’accusa per tutto l’inganno religioso, per tutto ciò che è stato mal interpretato nella Sua Parola. Per Dio vale solo quel che veramente dice la Sua Parola, alla Quale non deve essere aggiunto nulla (Apoc. 22:18). Il giudizio — la sentenza divina deve iniziare adesso nella Casa di Dio, nella Chiesa di Gesù Cristo. Come al principio la Parola è uscita da Gerusalemme e da Sion l’insegnamento (Is. 2:3; Atti cap. 2), così adesso deve essere predicata la stessa pura dottrina. Ora vale di nuovo per la vera Chiesa: “… ma voi siete venuti al monte di Sion, e alla città dell’Iddio vivente, che è la Gerusalemme celeste, e alla festante assemblea delle miriadi degli angeli, e alla Chiesa de’ primogeniti che sono scritti nei cieli, e a Dio, il Giudice di tutti, e agli spiriti de’ giusti resi perfetti, e a Gesù, il mediatore del nuovo patto, e al sangue dell’aspersione che parla meglio di quello d’Abele” (Ebrei 12:22-24).

Questa è l’ultima chiamata per mezzo dell’ultimo Messaggio, il totale esodo dalla prigionia babilonese. Non viviamo nel tempo della Riforma, quando molte cose sono state riformate e le 95 tesi sono state affisse sul portone della cattedrale di Wittenberg, neanche nei secoli successivi con i loro risvegli che conducevano sempre più profondamente nella Parola di Dio, viviamo nel tempo della piena restaurazione dell’ordine divino. Adesso i fondamenti apparenti, che sono in realtà solo sabbia e non la «Roccia» — il vero fondamento —, vengono minati e tutti gli edifici non biblici fatti crollare. Però chi riconosce il giorno e il Messaggio? Chi è pronto a seguire il Signore nell’ubbidienza della fede per tutto il cammino fino al compimento? Chi prende sul serio l’avvertimento?

lunedì 9 settembre 2013

NEL PRINCIPIO ERA LA PAROLA — NON L’INTERPRETAZIONE; IL NOME NELL’ANTICO E NEL NUOVO TESTAMENTO; EWALD FRANK

IL NOME NELL’ANTICO E NEL NUOVO TESTAMENTO


Ancora una volta, l’importanza del Nome del nostro Signore deve essere sottolineata nel suo significato globale per la fede, il battesimo e la piena salvezza. Nel libro del profeta Gioele troviamo informazioni sul Nome del Signore che deve essere invocato per la salvezza dell’anima. La promessa è: “E avverrà che chiunque invocherà il nome dell’Eterno sarà salvato…” (Gioele 2:32). Nella sua prima predicazione, Pietro grida questa parola profetica alla folla radunatasi. In virtù della redenzione il: “E avverrà…” diventò: “E avvenne…”.“Quelli che accettarono la sua parola furono battezzati; e in quel giorno furono aggiunte a loro circa tremila persone” (Atti 2:41).

L’apostolo si riferiva allo stesso Signore del quale il profeta Gioele aveva profetizzato. Nel giorno della nascita della Chiesa del Nuovo Testamento, in Atti 2:38, ci viene mostrato con chiarezza di quale Nome si tratta: “Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati…”. Questo è il modello dell’ordine di missione eseguito, valido per tutti i tempi per la Chiesa del Nuovo Testamento. La pratica tradizionale del battesimo trinitario è una bestemmia verso l’ordine del battesimo, perché rinnega il Nome. La dottrina di Cristo, che allo stesso tempo è la dottrina e la pratica degli apostoli, la troviamo solamente nella Parola di Dio. Un semplice appellarsi a Cristo e a Pietro non serve a nessuno. Tutto ciò che non concorda armoniosamente con tutta la Parola, non concorda affatto!

Ancora una volta i seguenti passi biblici ribadiscono e debbono farci vedere l’importanza del battesimo. Paolo includendosi testimonia: “O ignorate forse che tutti noi, che siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Siamo dunque stati sepolti con lui mediante il battesimo nella sua morte, affinché, come Cristo è stato risuscitato dai morti mediante la gloria del Padre, così anche noi camminassimo in novità di vita. Perché se siamo stati totalmente uniti a lui in una morte simile alla sua, lo saremo anche in una risurrezione simile alla sua” (Rom. 6:3-5). “… siete stati con lui sepolti nel battesimo, nel quale siete anche stati risuscitati con lui mediante la fede nella potenza di Dio che lo ha risuscitato dai morti” (Col. 2:12).

L’aspersione tradizionale non biblica dei neonati viene chiamata «battesimo», ma non lo è affatto; la parola greca babtisma significa: «immergere». Ciò è risaputo da tutti i teologi. Oltre a ciò abbiamo pure il terribile fraintendimento delle parole di Gesù in Giovanni, capitolo3, e del loro uso: “In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio”. Completamente strappato fuori dal contesto questo testo è stato interpretato in un «battesimo di rigenerazione» che viene insegnato e creduto. Il neonato che non sa assolutamente nulla di un’esperienza di grazia, di salvezza e di nuova nascita, dovrebbe nascere di nuovo tramite un atto ufficiale. Se dopo, nel corso della loro vita, si vuol parlare di Gesù Cristo con coloro che sono stati “cristianamente” battezzati, non vogliono sentire parlare della grazia e vogliono essere lasciati in pace riguardo a questo argomento. Per la dottrina e la pratica non bibliche viene mossa un’accusa davanti al tribunale di Dio.

In origine venivano battezzati soltanto coloro che erano diventati credenti e il battesimo veniva eseguito secondo la Scrittura con una sola immersione. Come un defunto viene messo supino nella bara e seppellito, così colui che è morto a sé stesso con Cristo viene simbolicamente seppellito con Lui nel battesimo (Rom. 6:3-11). Trarre fuori dall’acqua dimostra che il battezzando, da quel momento in poi camminerà con Cristo in una vita nuova. Non si deve continuare ancora a discutere su Dio, a litigare sul battesimo, adesso è l’ordine divino che deve di nuovo essere messo in vigore: “V’è un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo, un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, fra tutti e in tutti” (Ef. 4:5-6).

Filippo annunciava in Samaria la Buona Novella relativa al Regno di Dio e al Nome di Gesù Cristo. E tutti coloro che credettero, uomini e donne, furono battezzati nel Nome del Signore Gesù (Atti 8:1-17). Quando l’evangelista, facendo seguito alla parola del profeta Isaia, annunciò al tesoriere il lieto messaggio di Gesù Cristo, il ministro disse: “«Ecco dell’acqua; che cosa impedisce che io sia battezzato?»”. Filippo confermò: “«Se tu credi con tutto il cuore, è possibile». L’eunuco rispose: «Io credo che Gesù Cristo è il Figlio di Dio». Fece fermare il carro, e discesero tutti e due nell’acqua, Filippo e l’eunuco; e Filippo lo battezzò” (Atti 8:33-40). Già Giovanni aveva battezzato là dove c’era molta acqua (Giov. 3:23), affinché potesse immergere correttamente, ossia completamente, il battezzando. Perfino Gesù si fece battezzare da lui e, “appena battezzato, salì fuor dall’acqua…” (Mat. 3:16).

Durante un battesimo biblico, entrambi, il battezzando e il battezzante, entrano nell’acqua. O forse qualcuno vuole negare anche questo fatto, benché sia scritto così? La giusta successione rimane ancora in vigore: predicazione, fede, battesimo. Qual è l’uomo che osa contraddire Dio e la Sua Parola e osa persistere in una tradizione non biblica?

Nell’Antico Testamento era il Nome del Signore YAHWEH a essere invocato. Nel Nuovo Testamento è il Nome YASHUA, ed è lo stesso IO SONO che poteva dire: “In verità, in verità vi dico: Prima che Abramo fosse nato, IO SONO” (Giov. 8:58). YAHWEH dell’Antico Testamento è YAHSHUA/GESÙ del Nuovo Testamento. Nell’Antico Testamento apparve nella corporeità spirituale, nel Nuovo Testamento nel corpo di carne per redimere noi che siamo nel corpo di carne.

Paolo riassume tutto ciò così: “Perché, se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato; infatti con il cuore si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa confessione per essere salvati. Difatti la Scrittura dice: «Chiunque crede in lui, non sarà deluso». Poiché non c’è distinzione tra Giudeo e Greco, essendo egli lo stesso Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato” (Rom. 10:9-13).

Nel capitolo 3 degli Atti degli apostoli ci viene narrato il miracolo di guarigione del paralitico. Pietro disse: “«Dell’argento e dell’oro io non ne ho; ma quello che ho, te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!»”. Nel capitolo 4 gli apostoli vengono condotti davanti al Sinedrio a motivo della guarigione e viene loro chiesto: “«Con quale potere o in nome di chi avete fatto questo?». Allora Pietro, pieno di Spirito Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani, se oggi siamo esaminati a proposito di un beneficio fatto a un uomo infermo, per sapere com’è che quest’uomo è stato guarito, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d’ Israele che questo è stato fatto nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, che voi avete crocifisso, e che Dio ha risuscitato dai morti; è per la sua virtù che quest’uomo compare guarito, in presenza vostra. Egli è la pietra che è stata da voi costruttori rifiutata, ed è divenuta la pietra angolare. In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati»” (Atti 4:7-12). Paolo, l’apostolo pieno di autorità e con una diretta vocazione celeste, scrive: “Qualunque cosa facciate, in parole o in opere, fate ogni cosa nel nome del Signore Gesù ringraziando Dio Padre per mezzo di lui” (Col. 3:17).

«Ogni cosa» vuol dire ogni cosa, e ogni cosa doveva essere fatta nella Chiesa del Nuovo Patto nel Nome del Patto neotestamentario, così comandò l’uomo di Dio. A chi dobbiamo dare ragione: a Dio o agli uomini? Pietro a Gerusalemme, Filippo in Samaria, Paolo a Efeso — ovunque e tutti hanno battezzato nel Nome del Signore Gesù Cristo. La testimonianza del battesimo — biblicamente corretto — si basa su tre e più testimoni. Come si può passare con leggerezza sopra a questi fatti?

Vediamo che sia nel Nuovo sia nell’Antico Testamento, l’accento è stato posto sul Nome del Signore, nel quale avviene ogni cosa: “In qualunque luogo, nel quale farò ricordare il mio nome, io verrò da te e ti benedirò” (Es. 20:24b). “Poiché dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mat. 18:20). Nel Salmo 22 leggiamo: “Io annunzierò il tuo nome ai miei fratelli…” (Salmo 22:22). Nel Sermone sul monte ci viene detto come dobbiamo pregare: “Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome…” (Mat. 6:9). Nella preghiera sacerdotale leggiamo: “Io ho manifestato il tuo nome agli uomini che tu mi hai dati dal mondo” (Giov. 17:6). Il Figlio di Dio continuò a pregare: “Padre santo, conservali nel tuo nome, il quale tu mi hai dato… Io ho fatto loro conoscere il tuo nome, e lo farò conoscere…” (Giov. 17:11, 26). Si tratta del Nome che è al di sopra d’ogni nome nel quale Dio quale Padre si è rivelato nel Figlio. Udite questo, voi, popoli tutti, e tu, popolo di Dio, prendi sul serio questo avvertimento, credilo e agisci di conseguenza!

sabato 7 settembre 2013

Krefeld, 31/08/2013 - Ewald Frank



Riunione presieduta dal missionario Ewald Frank.
Predicazione della Parola di Dio rivelata per il tempo della fine basandosi solamente sulla Bibbia, illustrando qual'è il piano di Dio con l'umanità, annunciando l'imminente ritorno di Gesù Cristo.

NEL PRINCIPIO ERA LA PAROLA — NON L’INTERPRETAZIONE; QUALCUNO LO DEVE DIRE; EWALD FRANK


QUALCUNO LO DEVE DIRE


Qualcuno deve dirlo e pronunciare l’avvertimento. In tutti i Paesi del mondo i rappresentanti in carica delle religioni combattono per le loro proprie opinioni d’insegnamento e difendono la loro tradizione come «cultura guida». Tutti mandano missionari che sono ovunque diligentemente attivi. Non abbiamo solo molte religioni mondiali, abbiamo 342 «Chiese cristiane» unite nel «Consiglio Ecumenico delle Chiese» fondato il 23 agosto 1948 ad Amsterdam. Tutti si appellano a Dio e alla Bibbia, insegnano e agiscono però in modo totalmente diverso. È provato che tutti edificano il loro proprio regno e lo definiscono Regno di Dio. Per la Chiesa di Gesù Cristo, non si tratta di un riconoscimento terreno, non si tratta di potere temporale, ma di combattere per la fede che è stata affidata nel principio ai santi e a coloro che sono consacrati a Dio (Giuda vers. 3). Questa era la preghiera degli apostoli in quel tempo e oggi è la nostra preghiera. In ogni cosa, è la Parola di Dio che deve essere riconosciuta come l’unica valida e tutte le interpretazioni e dottrine umane debbono essere smascherate come inganni del nemico. Non ha senso che gli evangelisti predichino il ritorno di Cristo e i segni del tempo della fine rimanendo tuttavia nel vecchio lievito delle dottrine non bibliche tramandate. Chiunque cerca con sincerità deve essere consapevole in quale campo si è addentrato leggendo questo esposto. Anche tu, caro lettore, gentile lettrice, devi capire che la Parola di Dio non rimarrà senza effetto, neanche in te, ma che produrrà ciò per cui è stata mandata (Is. 55:11).

Per questo motivo, è necessario che qualcuno dica quel che deve essere corretto, e deve poterlo fare nel Nome del Signore. La triste realtà è che la Cristianità non si accorge affatto di vivere in una fede falsificata. Dovunque ci sono interpretazioni e non la Parola!

Paolo era sicuro della proclamazione del vero Evangelo che aveva ricevuto per rivelazione di Gesù Cristo e, in diretta responsabilità davanti a Dio, ha pronunciato la maledizione su tutti coloro che predicano un altro evangelo (Gal. cap. 1). Oggi però quasi tutti parlano di benedizioni e predicano un altro evangelo senza esserne consapevoli. E di nuovo chiediamo: “Che dice la Scrittura?” e chi è da Dio ammetterà solamente la risposta proveniente dalla Parola di Dio. Tutti gli altri rimarranno nelle loro opinioni riguardo all’insegnamento ecclesiastico e le difenderanno.

Nel corso della storia della Chiesa sono stati fraintesi e arbitrariamente interpretati molti passi della Scrittura, soprattutto quello di Matteo 28:19: “… battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” — perfino da apprezzati traduttori della Bibbia — e lo è ancora oggi. Lo stesso vale anche per le parole tanto importanti del nostro Signore in Giovanni 20:23: “A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi li riterrete, saranno ritenuti”. Anche su altri temi ci sono state forti contese, in realtà ogni dottrina è stata più o meno fraintesa o le è stata data una diversa interpretazione. Per questo motivo, per ordine di Dio, viene qui mossa un’accusa. Se vogliamo con vera sincerità trovare il modo di uscire dal caos religioso, dobbiamo ritornare al principio per sapere come gli apostoli hanno compreso e praticato simili passi e temi controversi — sui quali tuttavia essi stessi non hanno mai litigato.

L’apostolo Giovanni scrive: “Quel che era dal principio, quel che abbiamo udito, quel che abbiamo visto con i nostri occhi, quel che abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno toccato… noi lo annunziamo anche a voi…” (1 Giov. 1:1-4) — non ciò che sorse prima o dopo, in un secondo tempo. Nel principio, nella Chiesa neotestamentaria, tutto avveniva così come Pietro — che era stato costituito dal Signore risorto stesso e aveva le chiavi del Regno dei cieli — lo aveva comandato. Già nella prima predicazione, il giorno di Pentecoste, egli mostrò la porta a coloro che cercavano e l’aprì a coloro che diventarono credenti. Indicò loro la via stretta che conduce alla Vita eterna tramite ravvedimento e battesimo. Così entrarono consapevolmente con l’ubbidienza della fede nel Regno di Dio. Ciò corrispondeva esattamente a quanto il Signore aveva detto in Matteo, capitolo 28, e anche all’ordine di missione nel Vangelo di Marco: “Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato” (Marco 16:16).

Pietro si è attenuto innanzitutto all’indicazione del Risorto nel Vangelo di Luca: “… e che nel suo nome si sarebbe predicato il ravvedimento per il perdono dei peccati a tutte le genti…” (Luca 24:47). Alla prima predicazione si adempì anche quanto il nostro Signore aveva detto nel Vangelo di Giovanni: “A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi li riterrete, saranno ritenuti” (Giov. 20:23).

Con la proclamazione dell’Evangelo venne predicato il perdono e anche sperimentato da coloro che credettero. L’uomo di Dio della prima ora poté dire a coloro che erano diventati credenti: «I vostri peccati vi sono perdonati nel Suo Nome». Però, a tutti coloro che non credettero, egli fu costretto a dire: «I vostri peccati non sono perdonati». La fede viene dalla predicazione e la predicazione dalla Parola di Dio (Rom. 10:17). A coloro che credettero furono rimessi i peccati, a coloro che non credettero furono ritenuti. Così si compie fino ad oggi con la predicazione dell’Evangelo di Gesù Cristo ciò che il Signore disse. Nella prima riunione a Pentecoste, l’ordine di missione venne correttamente predicato e praticato così come sta scritto nei quattro Evangeli! Per prima cosa c’è la predicazione che produce la fede, poi lo Spirito che guida al ravvedimento e così il credente ottiene il perdono. Le esperienze successive sono il battesimo in acqua e il battesimo dello Spirito.

Chi pensa di vedere una contraddizione tra l’ordine di missione dato dal Signore e l’esecuzione pratica degli apostoli non ha compreso che deve essere battezzato nel Nome. Padre non è un nome, né Figlio e neanche Spirito Santo. Sono delle designazioni come «Creatore», «Salvatore», «Re», ecc. Però ognuno deve essere battezzato nel Nome, come avvenne nel Cristianesimo primitivo.

Che genere di Libro leggeremmo se ci fossero delle contraddizioni in Esso! Le contraddizioni sono nella mente delle persone, dopo che il nemico ha loro interpretato la Parola. Con ciò la Parola di Dio è resa poco credibile e le tradizioni ecclesiastiche vengono legittimate. Così dice il Signore: “Come sapete bene annullare il comandamento di Dio per osservare la tradizione vostra! … annullando così la Parola di Dio con la tradizione che voi vi siete tramandata” (Marco 7:7-13).

mercoledì 4 settembre 2013

Bucarest 19/07/2013 - Kinshasa 16/07/2013 - Krefeld, 03/08/2013 - Missionario Ewald Frank



Riunioni presiedute dal missionario Ewald Frank.
Predicazione della Parola di Dio rivelata per il tempo della fine basandosi solamente sulla Bibbia, illustrando qual'è il piano di Dio con l'umanità, annunciando l'imminente ritorno di Gesù Cristo.