sabato 7 settembre 2013

NEL PRINCIPIO ERA LA PAROLA — NON L’INTERPRETAZIONE; QUALCUNO LO DEVE DIRE; EWALD FRANK


QUALCUNO LO DEVE DIRE


Qualcuno deve dirlo e pronunciare l’avvertimento. In tutti i Paesi del mondo i rappresentanti in carica delle religioni combattono per le loro proprie opinioni d’insegnamento e difendono la loro tradizione come «cultura guida». Tutti mandano missionari che sono ovunque diligentemente attivi. Non abbiamo solo molte religioni mondiali, abbiamo 342 «Chiese cristiane» unite nel «Consiglio Ecumenico delle Chiese» fondato il 23 agosto 1948 ad Amsterdam. Tutti si appellano a Dio e alla Bibbia, insegnano e agiscono però in modo totalmente diverso. È provato che tutti edificano il loro proprio regno e lo definiscono Regno di Dio. Per la Chiesa di Gesù Cristo, non si tratta di un riconoscimento terreno, non si tratta di potere temporale, ma di combattere per la fede che è stata affidata nel principio ai santi e a coloro che sono consacrati a Dio (Giuda vers. 3). Questa era la preghiera degli apostoli in quel tempo e oggi è la nostra preghiera. In ogni cosa, è la Parola di Dio che deve essere riconosciuta come l’unica valida e tutte le interpretazioni e dottrine umane debbono essere smascherate come inganni del nemico. Non ha senso che gli evangelisti predichino il ritorno di Cristo e i segni del tempo della fine rimanendo tuttavia nel vecchio lievito delle dottrine non bibliche tramandate. Chiunque cerca con sincerità deve essere consapevole in quale campo si è addentrato leggendo questo esposto. Anche tu, caro lettore, gentile lettrice, devi capire che la Parola di Dio non rimarrà senza effetto, neanche in te, ma che produrrà ciò per cui è stata mandata (Is. 55:11).

Per questo motivo, è necessario che qualcuno dica quel che deve essere corretto, e deve poterlo fare nel Nome del Signore. La triste realtà è che la Cristianità non si accorge affatto di vivere in una fede falsificata. Dovunque ci sono interpretazioni e non la Parola!

Paolo era sicuro della proclamazione del vero Evangelo che aveva ricevuto per rivelazione di Gesù Cristo e, in diretta responsabilità davanti a Dio, ha pronunciato la maledizione su tutti coloro che predicano un altro evangelo (Gal. cap. 1). Oggi però quasi tutti parlano di benedizioni e predicano un altro evangelo senza esserne consapevoli. E di nuovo chiediamo: “Che dice la Scrittura?” e chi è da Dio ammetterà solamente la risposta proveniente dalla Parola di Dio. Tutti gli altri rimarranno nelle loro opinioni riguardo all’insegnamento ecclesiastico e le difenderanno.

Nel corso della storia della Chiesa sono stati fraintesi e arbitrariamente interpretati molti passi della Scrittura, soprattutto quello di Matteo 28:19: “… battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” — perfino da apprezzati traduttori della Bibbia — e lo è ancora oggi. Lo stesso vale anche per le parole tanto importanti del nostro Signore in Giovanni 20:23: “A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi li riterrete, saranno ritenuti”. Anche su altri temi ci sono state forti contese, in realtà ogni dottrina è stata più o meno fraintesa o le è stata data una diversa interpretazione. Per questo motivo, per ordine di Dio, viene qui mossa un’accusa. Se vogliamo con vera sincerità trovare il modo di uscire dal caos religioso, dobbiamo ritornare al principio per sapere come gli apostoli hanno compreso e praticato simili passi e temi controversi — sui quali tuttavia essi stessi non hanno mai litigato.

L’apostolo Giovanni scrive: “Quel che era dal principio, quel che abbiamo udito, quel che abbiamo visto con i nostri occhi, quel che abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno toccato… noi lo annunziamo anche a voi…” (1 Giov. 1:1-4) — non ciò che sorse prima o dopo, in un secondo tempo. Nel principio, nella Chiesa neotestamentaria, tutto avveniva così come Pietro — che era stato costituito dal Signore risorto stesso e aveva le chiavi del Regno dei cieli — lo aveva comandato. Già nella prima predicazione, il giorno di Pentecoste, egli mostrò la porta a coloro che cercavano e l’aprì a coloro che diventarono credenti. Indicò loro la via stretta che conduce alla Vita eterna tramite ravvedimento e battesimo. Così entrarono consapevolmente con l’ubbidienza della fede nel Regno di Dio. Ciò corrispondeva esattamente a quanto il Signore aveva detto in Matteo, capitolo 28, e anche all’ordine di missione nel Vangelo di Marco: “Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato” (Marco 16:16).

Pietro si è attenuto innanzitutto all’indicazione del Risorto nel Vangelo di Luca: “… e che nel suo nome si sarebbe predicato il ravvedimento per il perdono dei peccati a tutte le genti…” (Luca 24:47). Alla prima predicazione si adempì anche quanto il nostro Signore aveva detto nel Vangelo di Giovanni: “A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi li riterrete, saranno ritenuti” (Giov. 20:23).

Con la proclamazione dell’Evangelo venne predicato il perdono e anche sperimentato da coloro che credettero. L’uomo di Dio della prima ora poté dire a coloro che erano diventati credenti: «I vostri peccati vi sono perdonati nel Suo Nome». Però, a tutti coloro che non credettero, egli fu costretto a dire: «I vostri peccati non sono perdonati». La fede viene dalla predicazione e la predicazione dalla Parola di Dio (Rom. 10:17). A coloro che credettero furono rimessi i peccati, a coloro che non credettero furono ritenuti. Così si compie fino ad oggi con la predicazione dell’Evangelo di Gesù Cristo ciò che il Signore disse. Nella prima riunione a Pentecoste, l’ordine di missione venne correttamente predicato e praticato così come sta scritto nei quattro Evangeli! Per prima cosa c’è la predicazione che produce la fede, poi lo Spirito che guida al ravvedimento e così il credente ottiene il perdono. Le esperienze successive sono il battesimo in acqua e il battesimo dello Spirito.

Chi pensa di vedere una contraddizione tra l’ordine di missione dato dal Signore e l’esecuzione pratica degli apostoli non ha compreso che deve essere battezzato nel Nome. Padre non è un nome, né Figlio e neanche Spirito Santo. Sono delle designazioni come «Creatore», «Salvatore», «Re», ecc. Però ognuno deve essere battezzato nel Nome, come avvenne nel Cristianesimo primitivo.

Che genere di Libro leggeremmo se ci fossero delle contraddizioni in Esso! Le contraddizioni sono nella mente delle persone, dopo che il nemico ha loro interpretato la Parola. Con ciò la Parola di Dio è resa poco credibile e le tradizioni ecclesiastiche vengono legittimate. Così dice il Signore: “Come sapete bene annullare il comandamento di Dio per osservare la tradizione vostra! … annullando così la Parola di Dio con la tradizione che voi vi siete tramandata” (Marco 7:7-13).

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