martedì 10 settembre 2013

NEL PRINCIPIO ERA LA PAROLA — NON L’INTERPRETAZIONE; LA GRANDE APOSTASIA; EWALD FRANK

LA GRANDE APOSTASIA


Come mai che perfino le Chiese e Comunità cristiane là dove ancora recentemente le preghiere erano elevate al trono della grazia nel Nome di Gesù Cristo sono passate alla linea tradizionale ecclesiastica e il fondamento biblico viene abbandonato? Se oggi i leader delle Chiese riconoscessero che adesso Dio restaura ogni cosa riportandola al suo giusto stato, non dovrebbe essere proprio il contrario? L’apostolo Paolo non chiederebbe di nuovo: “Chi vi ha ammaliati?” (Gal. 3:1). Molte cose strane sono state introdotte soprattutto nelle riunioni delle confessioni di tendenza carismatica. Le persone, sotto un’influenza sconcertante di una musica genere discoteca, senza volerlo, vengono trascinate piene di entusiasmo.

Tutti coloro che prendono parte a una simile riunione fanno su comando tutto ciò che viene loro detto. Vengono anche avanti e, come già si aspettavano, cadono in fila sul dorso. Il carismatico spiega inoltre che sono state “toccate” dallo Spirito Santo e che sono entrate nel riposo di Dio. Ma è veramente così?

Chi ha letto la Sacra Scrittura sa che tutti, senza eccezione alcuna, trovandosi nella presenza di Dio caddero sulla loro faccia: da Abrahamo a Mosè e Aaronne fino a Giosuè, e tutto Israele alla consacrazione del Tempio (Gen. 17:3; Num. 14:5; Gios. 5:14; 1 Re 18:39). Davide esclamò: “Venite, adoriamo e inchiniamoci, inginocchiamoci davanti all’Eterno che ci ha fatti!” (Salmo 95:6-7). Anche Daniele cadde sulla sua faccia (Dan. 8:18). Anche Gesù, a Getsemani, si gettò con la faccia a terra (Mat. 26:38-42). Paolo scrive in 1 Corinzi 14:25 che là dove lo Spirito di Dio è all’opera per mezzo del dono di profezia, le persone si gettano giù con la faccia a terra. Anche Giovanni sull’isola Patmo cadde in avanti sulla sua faccia (Apoc. 1:17). Sì, perfino il mondo celeste cade in adorazione con la faccia a terra: “E tutti gli angeli erano in piedi intorno al trono, agli anziani e alle quattro creature viventi; essi si prostrarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio, dicendo: «Amen! Al nostro Dio la lode, la gloria, la sapienza, il ringraziamento, l’onore, la potenza e la forza, nei secoli dei secoli! Amen»” (Apoc. 7:11-12).

Qualcuno deve dire che tutto ciò non quadra e pronunciare l’avvertimento! Nella Parola di Dio coloro che non hanno voluto ascoltare e non sono entrati nel riposo divino vengono minacciati di cadere sul dorso: “La parola del Signore è stata per loro precetto dopo precetto, precetto dopo precetto, regola dopo regola, regola dopo regola, un poco qui, un poco là, affinché essi andassero a cadere a rovescio, fossero fiaccati, còlti al laccio, e presi!” (Is. 28:7-13). Proprio questa parola della Scrittura si adempie adesso e dappertutto. Se le persone cadono così come dice qui la Parola, allora non si può parlare di benedizione, ma di giudizio. Particolarmente adesso, l’ammonimento: “Provate gli spiriti!” è l’imperativo dell’ora. Però ciò può avvenire soltanto facendo un raffronto con la Parola di Dio. Adesso, alla fine dei tempi, gli spiriti seduttori sono così vicini all’autentico operato di Dio che, se fosse possibile, anche gli eletti sarebbero sedotti (Mat. 24:24). Se fosse lo stesso Spirito di Dio che operò nel principio, allora tutto dovrebbe essere come era nel principio: la stessa fede, lo stesso battesimo, gli stessi ministeri, i doni e i frutti dello Spirito dovrebbero essere manifestati. Di nuovo ciò che è ingannevole viene scambiato con ciò che è autentico. E così l’inganno continua. Per quanto tempo ancora?

Colui che non afferra che questo è l’ultimo periodo importante prima del ritorno di Cristo, durante il quale tutte le cose debbono essere riportate allo stato biblico originale e messe in ordine, non vedrà neanche l’urgenza di questa correzione riguardante la dottrina. Quel che Paolo disse profeticamente per il tempo della fine, lo viviamo adesso. La grande apostasia continua senza interruzione affinché l’uomo del peccato possa manifestarsi ed essere riconosciuto come autorità morale e religiosa stimata a livello planetario. L’avversario vero e proprio è il figlio della perdizione che s’innalza sopra tutto, considerandosi competente per tutto ciò che è chiamato Dio od oggetto di culto. La maggior parte delle persone non si accorge che l’intero mondo religioso gli dà retta, con una o perfino con tutt’e due le orecchie, e si trova con lui nella stessa barca. La Bibbia dice che tutti coloro che non hanno amore per la Verità — che è solamente e unicamente la Parola di Dio permanente in eterno — saranno vittime di una potenza d’errore e crederanno alla menzogna (2 Tes. cap. 2).

Perché colui che non crede alla Parola di Dio originale è condannato a credere alle bugie della Parola distorta. Chi non crede al Figlio di Dio crederà al figlio della perdizione. Chi non crede a quel che Dio disse tramite il vero Profeta (Deut. 18:15-19), il Messia,l’Unto, come Pietro sottolinea: “E avverrà che chiunque non avrà ascoltato questo profeta, sarà estirpato di mezzo al popolo” (Atti 3:17-26), crederà a quel che dice il falso profeta (Apoc. 19:20). Chi non crede pienamente quel che Cristo disse, crederà la dottrina dell’Anticristo. Appellarsi agli apostoli Pietro e Paolo non serve affatto se non si è concordi con loro nella dottrina e nella pratica biblica. È in gioco la Vita eterna! Solo quando le persone crederanno così come dice la Scrittura si manifesterà la vita operata dallo Spirito. La Parola è la Semenza (Luca 8:11) e la Vita divina che è nella Semenza può venire fuori solo in coloro che L’hanno ricevuta nella fede e sono morti con Cristo a sé stessi. “Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo; il campo è il mondo; il buon seme sono i figli del regno; le zizzanie sono i figli del maligno” (Mat. 13:37-38).

I falsi profeti e i falsi cristi, cioè i facitori di miracoli unti che Gesù Cristo, il nostro Redentore, predisse per questi tempi (Mat. cap. 24), sono in accordo con il «Credo trinitario» che Cristo e gli apostoli non conoscevano. Sostengono la pratica trinitaria del battesimo e, ciò facendo, sono contro la dottrina di Cristo e degli apostoli. La Chiesa primitiva invece rimase nell’insegnamento degli apostoli (Atti 2:42). Malgrado la conferma esteriore, dopo un esame in base alla Parola di Dio, sono falsi apostoli (Apoc. 2:2).

Secondo l’Evangelo di Matteo, capitolo 7, dal versetto 21, sono coloro che si appellano a tutto ciò che hanno fatto nel Nome di Gesù. Per sé stessi, rigettano tuttavia il Nome di Gesù che essi cantano e usano. Rifiutano categoricamente di farsi battezzare biblicamente, come l’apostolo Paolo, nel Nome del Signore Gesù Cristo (Rom. 6:3). Non sono pronti a portare l’obbrobrio di Cristo, vogliono piuttosto essere onorati dal popolo (Giov. 5:44). Senza esserne consapevoli, predicano un altro evangelo e un altro Gesù e stanno sotto l’influenza di un altro spirito (2 Cor. 11:1-13). Tuttavia adesso deve essere così, affinché sia adempiuto quel che sta scritto: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è ne’ cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiam noi profetizzato in nome tuo, e in nome tuo cacciato demoni, e fatte in nome tuo molte opere potenti? E allora dichiarerò loro: Io non vi conobbi mai; dipartitevi da me, voi tutti operatori d’iniquità” (Mat. 7:21-23).

Malgrado il loro ministero impressionante vengono respinti quali operatori d’iniquità e, con ciò, vengono parificati all’avversario, all’empio (2 Tes. 2:3-7). “Il Figliuol dell’uomo manderà i suoi angeli che raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori d’iniquità, e li getteranno nella fornace del fuoco” (Mat. 13:41-42).

Davanti a Dio deve essere mossa un’accusa per tutto l’inganno religioso, per tutto ciò che è stato mal interpretato nella Sua Parola. Per Dio vale solo quel che veramente dice la Sua Parola, alla Quale non deve essere aggiunto nulla (Apoc. 22:18). Il giudizio — la sentenza divina deve iniziare adesso nella Casa di Dio, nella Chiesa di Gesù Cristo. Come al principio la Parola è uscita da Gerusalemme e da Sion l’insegnamento (Is. 2:3; Atti cap. 2), così adesso deve essere predicata la stessa pura dottrina. Ora vale di nuovo per la vera Chiesa: “… ma voi siete venuti al monte di Sion, e alla città dell’Iddio vivente, che è la Gerusalemme celeste, e alla festante assemblea delle miriadi degli angeli, e alla Chiesa de’ primogeniti che sono scritti nei cieli, e a Dio, il Giudice di tutti, e agli spiriti de’ giusti resi perfetti, e a Gesù, il mediatore del nuovo patto, e al sangue dell’aspersione che parla meglio di quello d’Abele” (Ebrei 12:22-24).

Questa è l’ultima chiamata per mezzo dell’ultimo Messaggio, il totale esodo dalla prigionia babilonese. Non viviamo nel tempo della Riforma, quando molte cose sono state riformate e le 95 tesi sono state affisse sul portone della cattedrale di Wittenberg, neanche nei secoli successivi con i loro risvegli che conducevano sempre più profondamente nella Parola di Dio, viviamo nel tempo della piena restaurazione dell’ordine divino. Adesso i fondamenti apparenti, che sono in realtà solo sabbia e non la «Roccia» — il vero fondamento —, vengono minati e tutti gli edifici non biblici fatti crollare. Però chi riconosce il giorno e il Messaggio? Chi è pronto a seguire il Signore nell’ubbidienza della fede per tutto il cammino fino al compimento? Chi prende sul serio l’avvertimento?

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