lunedì 9 settembre 2013

NEL PRINCIPIO ERA LA PAROLA — NON L’INTERPRETAZIONE; IL NOME NELL’ANTICO E NEL NUOVO TESTAMENTO; EWALD FRANK

IL NOME NELL’ANTICO E NEL NUOVO TESTAMENTO


Ancora una volta, l’importanza del Nome del nostro Signore deve essere sottolineata nel suo significato globale per la fede, il battesimo e la piena salvezza. Nel libro del profeta Gioele troviamo informazioni sul Nome del Signore che deve essere invocato per la salvezza dell’anima. La promessa è: “E avverrà che chiunque invocherà il nome dell’Eterno sarà salvato…” (Gioele 2:32). Nella sua prima predicazione, Pietro grida questa parola profetica alla folla radunatasi. In virtù della redenzione il: “E avverrà…” diventò: “E avvenne…”.“Quelli che accettarono la sua parola furono battezzati; e in quel giorno furono aggiunte a loro circa tremila persone” (Atti 2:41).

L’apostolo si riferiva allo stesso Signore del quale il profeta Gioele aveva profetizzato. Nel giorno della nascita della Chiesa del Nuovo Testamento, in Atti 2:38, ci viene mostrato con chiarezza di quale Nome si tratta: “Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati…”. Questo è il modello dell’ordine di missione eseguito, valido per tutti i tempi per la Chiesa del Nuovo Testamento. La pratica tradizionale del battesimo trinitario è una bestemmia verso l’ordine del battesimo, perché rinnega il Nome. La dottrina di Cristo, che allo stesso tempo è la dottrina e la pratica degli apostoli, la troviamo solamente nella Parola di Dio. Un semplice appellarsi a Cristo e a Pietro non serve a nessuno. Tutto ciò che non concorda armoniosamente con tutta la Parola, non concorda affatto!

Ancora una volta i seguenti passi biblici ribadiscono e debbono farci vedere l’importanza del battesimo. Paolo includendosi testimonia: “O ignorate forse che tutti noi, che siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Siamo dunque stati sepolti con lui mediante il battesimo nella sua morte, affinché, come Cristo è stato risuscitato dai morti mediante la gloria del Padre, così anche noi camminassimo in novità di vita. Perché se siamo stati totalmente uniti a lui in una morte simile alla sua, lo saremo anche in una risurrezione simile alla sua” (Rom. 6:3-5). “… siete stati con lui sepolti nel battesimo, nel quale siete anche stati risuscitati con lui mediante la fede nella potenza di Dio che lo ha risuscitato dai morti” (Col. 2:12).

L’aspersione tradizionale non biblica dei neonati viene chiamata «battesimo», ma non lo è affatto; la parola greca babtisma significa: «immergere». Ciò è risaputo da tutti i teologi. Oltre a ciò abbiamo pure il terribile fraintendimento delle parole di Gesù in Giovanni, capitolo3, e del loro uso: “In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio”. Completamente strappato fuori dal contesto questo testo è stato interpretato in un «battesimo di rigenerazione» che viene insegnato e creduto. Il neonato che non sa assolutamente nulla di un’esperienza di grazia, di salvezza e di nuova nascita, dovrebbe nascere di nuovo tramite un atto ufficiale. Se dopo, nel corso della loro vita, si vuol parlare di Gesù Cristo con coloro che sono stati “cristianamente” battezzati, non vogliono sentire parlare della grazia e vogliono essere lasciati in pace riguardo a questo argomento. Per la dottrina e la pratica non bibliche viene mossa un’accusa davanti al tribunale di Dio.

In origine venivano battezzati soltanto coloro che erano diventati credenti e il battesimo veniva eseguito secondo la Scrittura con una sola immersione. Come un defunto viene messo supino nella bara e seppellito, così colui che è morto a sé stesso con Cristo viene simbolicamente seppellito con Lui nel battesimo (Rom. 6:3-11). Trarre fuori dall’acqua dimostra che il battezzando, da quel momento in poi camminerà con Cristo in una vita nuova. Non si deve continuare ancora a discutere su Dio, a litigare sul battesimo, adesso è l’ordine divino che deve di nuovo essere messo in vigore: “V’è un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo, un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, fra tutti e in tutti” (Ef. 4:5-6).

Filippo annunciava in Samaria la Buona Novella relativa al Regno di Dio e al Nome di Gesù Cristo. E tutti coloro che credettero, uomini e donne, furono battezzati nel Nome del Signore Gesù (Atti 8:1-17). Quando l’evangelista, facendo seguito alla parola del profeta Isaia, annunciò al tesoriere il lieto messaggio di Gesù Cristo, il ministro disse: “«Ecco dell’acqua; che cosa impedisce che io sia battezzato?»”. Filippo confermò: “«Se tu credi con tutto il cuore, è possibile». L’eunuco rispose: «Io credo che Gesù Cristo è il Figlio di Dio». Fece fermare il carro, e discesero tutti e due nell’acqua, Filippo e l’eunuco; e Filippo lo battezzò” (Atti 8:33-40). Già Giovanni aveva battezzato là dove c’era molta acqua (Giov. 3:23), affinché potesse immergere correttamente, ossia completamente, il battezzando. Perfino Gesù si fece battezzare da lui e, “appena battezzato, salì fuor dall’acqua…” (Mat. 3:16).

Durante un battesimo biblico, entrambi, il battezzando e il battezzante, entrano nell’acqua. O forse qualcuno vuole negare anche questo fatto, benché sia scritto così? La giusta successione rimane ancora in vigore: predicazione, fede, battesimo. Qual è l’uomo che osa contraddire Dio e la Sua Parola e osa persistere in una tradizione non biblica?

Nell’Antico Testamento era il Nome del Signore YAHWEH a essere invocato. Nel Nuovo Testamento è il Nome YASHUA, ed è lo stesso IO SONO che poteva dire: “In verità, in verità vi dico: Prima che Abramo fosse nato, IO SONO” (Giov. 8:58). YAHWEH dell’Antico Testamento è YAHSHUA/GESÙ del Nuovo Testamento. Nell’Antico Testamento apparve nella corporeità spirituale, nel Nuovo Testamento nel corpo di carne per redimere noi che siamo nel corpo di carne.

Paolo riassume tutto ciò così: “Perché, se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato; infatti con il cuore si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa confessione per essere salvati. Difatti la Scrittura dice: «Chiunque crede in lui, non sarà deluso». Poiché non c’è distinzione tra Giudeo e Greco, essendo egli lo stesso Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato” (Rom. 10:9-13).

Nel capitolo 3 degli Atti degli apostoli ci viene narrato il miracolo di guarigione del paralitico. Pietro disse: “«Dell’argento e dell’oro io non ne ho; ma quello che ho, te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!»”. Nel capitolo 4 gli apostoli vengono condotti davanti al Sinedrio a motivo della guarigione e viene loro chiesto: “«Con quale potere o in nome di chi avete fatto questo?». Allora Pietro, pieno di Spirito Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani, se oggi siamo esaminati a proposito di un beneficio fatto a un uomo infermo, per sapere com’è che quest’uomo è stato guarito, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d’ Israele che questo è stato fatto nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, che voi avete crocifisso, e che Dio ha risuscitato dai morti; è per la sua virtù che quest’uomo compare guarito, in presenza vostra. Egli è la pietra che è stata da voi costruttori rifiutata, ed è divenuta la pietra angolare. In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati»” (Atti 4:7-12). Paolo, l’apostolo pieno di autorità e con una diretta vocazione celeste, scrive: “Qualunque cosa facciate, in parole o in opere, fate ogni cosa nel nome del Signore Gesù ringraziando Dio Padre per mezzo di lui” (Col. 3:17).

«Ogni cosa» vuol dire ogni cosa, e ogni cosa doveva essere fatta nella Chiesa del Nuovo Patto nel Nome del Patto neotestamentario, così comandò l’uomo di Dio. A chi dobbiamo dare ragione: a Dio o agli uomini? Pietro a Gerusalemme, Filippo in Samaria, Paolo a Efeso — ovunque e tutti hanno battezzato nel Nome del Signore Gesù Cristo. La testimonianza del battesimo — biblicamente corretto — si basa su tre e più testimoni. Come si può passare con leggerezza sopra a questi fatti?

Vediamo che sia nel Nuovo sia nell’Antico Testamento, l’accento è stato posto sul Nome del Signore, nel quale avviene ogni cosa: “In qualunque luogo, nel quale farò ricordare il mio nome, io verrò da te e ti benedirò” (Es. 20:24b). “Poiché dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mat. 18:20). Nel Salmo 22 leggiamo: “Io annunzierò il tuo nome ai miei fratelli…” (Salmo 22:22). Nel Sermone sul monte ci viene detto come dobbiamo pregare: “Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome…” (Mat. 6:9). Nella preghiera sacerdotale leggiamo: “Io ho manifestato il tuo nome agli uomini che tu mi hai dati dal mondo” (Giov. 17:6). Il Figlio di Dio continuò a pregare: “Padre santo, conservali nel tuo nome, il quale tu mi hai dato… Io ho fatto loro conoscere il tuo nome, e lo farò conoscere…” (Giov. 17:11, 26). Si tratta del Nome che è al di sopra d’ogni nome nel quale Dio quale Padre si è rivelato nel Figlio. Udite questo, voi, popoli tutti, e tu, popolo di Dio, prendi sul serio questo avvertimento, credilo e agisci di conseguenza!

Nessun commento:

Posta un commento