giovedì 3 ottobre 2013

NEL PRINCIPIO ERA LA PAROLA — NON L’INTERPRETAZIONE; IL TEMPO È VICINO; EWALD FRANK

IL TEMPO È VICINO


Alle nostre spalle stanno i duemila anni del tempo della grazia, conosciuti come gli «ultimi giorni» (Atti 2:17; Ebrei 1:1-2 e altri) che Dio ha assegnato all’umanità durante il periodo del Nuovo Patto. Proprio davanti a noi c’è il grande avvenimento del rapimento della Chiesa–Sposa per la Cena delle Nozze nel cielo (Mat. 25:1-10; 1 Tes. cap.4; Apoc. cap. 19; 1 Cor. cap. 15). Alla Cena delle Nozze nella gloria seguirà il settimo millennio della storia dell’umanità. Non vogliamo entrare qui nei dettagli dei diversi periodi di duemila anni: da Adamo fino ad Abrahamo, da Abrahamo fino a Cristo, né del breve tempo della Grande tribolazione che avrà luogo nel periodo tra il rapimento e l’inizio del Regno. L’abbiamo già fatto in altre pubblicazioni.

Il «giorno del Signore» viene descritto in diversi contesti nell’Antico e nel Nuovo Testamento: come giorno d’ira furente e di retribuzione (Is. 13:6-16), come giorno di tenebre con segni nel cielo e sulla terra(Gioele cap. 2), come giorno che viene come un ladro nella notte (1Tes. 5:1-4), come giorno in cui tutte le opere degli uomini saranno bruciate (2 Piet. 3:1-10), e così via. Il Signore Gesù ne parlò come il «giorno della risurrezione». Nel capitolo 6 dell’Evangelo di Giovanni questo giorno viene menzionato in relazione con la risurrezione perfino quattro volte come l’«ultimo giorno». “Questa è la volontà di Colui che mi ha mandato: che io non perda nessuno di quelli che egli mi ha dati, ma che li risusciti nell’ultimo giorno” (Giov. 6:39, 40, 44 e 54). All’inizio dell’«ultimo giorno» ha luogo la prima risurrezione e, alla sua fine, la seconda risurrezione. “… e ne verranno fuori: quelli che hanno operato bene, in risurrezione di vita; quelli che hanno operato male, in risurrezione di giudizio” (Giov. 5:29).

“Gli altri morti non tornarono in vita prima che i mille anni fossero trascorsi. Questa è la prima risurrezione. Beato e santo è colui che partecipa alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la morte seconda, ma saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con lui quei mille anni” (Apoc. 20:1-6). Dopo verrà tenuto il Giudizio finale, conosciuto come il Giudizio «davanti al Trono bianco» (Apoc. 20:11-15). Poi verranno il Nuovo Cielo e la Nuova Terra (Apoc. 21:1) e il tempo sfocerà nell’Eternità.

Anche adesso è compiuto un periodo di tempo che in ogni momento può terminare. Benché nessuno conosca né il giorno né l’ora, i segni dei tempi ce lo indicano chiaramente. Il promesso ritorno di Cristo sarebbe dovuto avvenire già molto tempo fa; è solamente la longanimità di Dio che aspetta finché gli ultimi siano entrati nel Regno di Dio (2 Piet. 3:9). Da 2000 anni i credenti aspettano l’adempimento della promessa di Gesù Cristo: “Io vo a prepararvi un luogo; e quando sarò andato e v’avrò preparato un luogo, tornerò, e v’accoglierò presso di me, affinché dove son io, siate anche voi” (Giov. 14:1-3). Mai prima c’è stato un tempo in cui tutte le circostanze concomitanti che dovevano accompagnare questo avvenimento — il più grande nella storia della salvezza — corrispondono così esattamente come oggi. Anche se gli schernitori chiedono come è stato predetto per la fine dei giorni: “Dov’è la promessa della sua venuta?”, domanda alla quale Pietro diede già in quel tempo la risposta: “Il Signore non ritarda l’adempimento della sua promessa… ma è paziente verso di voi, non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento. … Ma voi, carissimi, non dimenticate questa unica cosa: per il Signore un giorno è come mille anni, e mille anni sono come un giorno” (2 Piet. cap. 3).

Il Signore Gesù ha indicato diverse volte quel che deve avvenire prima della Sua venuta, per esempio in Matteo, capitolo 24, in Marco, capitolo 13 come anche in Luca, capitolo 17. Tra l’altro sarebbe stato come ai giorni di Noè — in quella epoca ebbe luogo il fatale miscuglio delle due linee di Set e Caino, ossia dei figli di Dio con le figlie degli uomini (Gen. cap. 6), al quale mise fine il diluvio. Doveva anche essere come a Sodoma e Gomorra, quando l’immoralità aveva raggiunto il suo culmine (Gen. cap. 19). Abrahamo era il profeta di quel tempo a cui il Signore rivelò quel che sarebbe accaduto (Gen. 18:17). Dio mandò un castigo e fece piovere dal cielo zolfo e fuoco. Prima che il mondo odierno venga purificato con giudizi d’ira apocalittici e fuoco, Dio offre la grazia e la salvezza. L’avvertimento precede il giudizio.

Per questo motivo, con lo sguardo rivolto al tempo della fine, il Signore Gesù stimò molto importante la promessa dell’invio del profeta Elia prima del grande e terribile «giorno del Signore» di Malachia 4:5 e ne dà la conferma in Matteo 17:11 e in Marco 9:12: “Ed egli, rispondendo, disse loro: «Certo, Elia deve venire e ristabilire ogni cosa»”. Questa promessa ha la stessa importanza di quella che concerneva il ministero di Giovanni Battista, prima della prima venuta di Cristo, che apparve con lo spirito e la potenza di Elia per volgere il cuore dei padri dell’Antico Testamento ai figliuoli del Nuovo Testamento (Luca 1:17). Adesso, in diretto collegamento con la preparazione della Chiesa–Sposa prima del ritorno di Cristo, si adempie la seconda parte: i cuori dei figliuoli vengono ricondotti ai padri apostolici. Alla Chiesa neotestamentaria è stato promesso nella Parola di Dio sia una piena restaurazione sia il ristabilimento del suo stato originale.

Non è più necessario chiedersi cosa è andato perduto nella Chiesa di Dio e cosa deve essere restaurato prima della venuta di Gesù Cristo. Siamo davanti ad una svolta dei tempi. Il comandamento dell’ora è: non farsi prendere dal panico, ma riflettere sul Messaggio che precede il ritorno di Cristo. Tutti dovrebbero prendere sul serio questo esposto alla luce della Parola di Dio. Oltre a essere pronti, è necessario che, nella Chiesa dell’Iddio vivente, tutto venga ricondotto allo stato primitivo, come è stato promesso. Così sta scritto: “… affinché vengano dalla presenza del Signore dei tempi di ristoro e che egli mandi il Cristo che vi è stato predestinato, cioè Gesù, che il cielo deve tenere accolto fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose; di cui Dio ha parlato fin dall’antichità per bocca dei suoi santi profeti” (Atti 3:19-21). È moderno parlare delle «profezie del tempo della fine», predicare un «Vangelo di prosperità» e, nel contempo, passare accanto all’adempimento delle promesse bibliche per la Chiesa. Adesso si ripete nelle riunioni solenni quanto avvenne già alla prima venuta di Cristo. Il Signore disse piangendo: “Oh se tu sapessi, almeno oggi, ciò che occorre per la tua pace! Ma ora è nascosto ai tuoi occhi” (Luca 19:42). Anche adesso è così come era già nei giorni del nostro Signore ed è sempre stato: spesso, perfino credenti biblici ringraziano Dio per quel che ha fatto, guardano a quel che farà ancora, però passano accanto a quel che Egli fa al presente!

Colui che manca oggi la coincidenza all’ultimo operato di Dio non sarà pronto per il rapimento. Enoc, il settimo dopo Adamo, fu rapito senza gustare la morte. Era il simbolo per noi che viviamo nell’ultima epoca della Chiesa, per i quali vale la promessa: “A chi vince io darò di seder meco sul mio trono, come anch’io ho vinto e mi son posto a sedere col Padre mio sul suo trono” (Apoc. 3:21). Adesso i veri credenti aspettano quel che Paolo scrisse già allora: “Ecco, io vi dico un mistero: non tutti morremo, ma tutti saremo trasformati…”(1 Cor. 15:51). Però, affinché il corpo possa essere mutato al ritorno di Cristo, bisogna che il cuore e la vita siano già stati mutati. Nell’Antico Patto Dio ha promesso di concludere un Nuovo Patto e di dare al Suo popolo un cuore nuovo, uno spirito nuovo e una vita nuova (Ger. 31:31-34; Ez. 11:19, 18:31-32). Troviamo la conferma di questa promessa nel Nuovo Testamento (Mat.26:26-29; Ebrei 8:6-13 e altri). Riguardo a Enoc leggiamo: “Per fede Enoc fu rapito perché non vedesse la morte; e non fu più trovato, perché Dio lo aveva portato via; infatti prima che fosse portato via ebbe la testimonianza di essere stato gradito a Dio” (Ebrei 11:5). Adesso abbiamo bisogno della fede per il rapimento e della certezza che il compiacimento di Dio riposi su di noi prima di essere rapiti.

La nuova nascita e l’essere stati illuminati per mezzo dello Spirito non sono sufficienti per la prima risurrezione, per il mutamento e il rapimento. La potenza di trasformazione dello Spirito Santo deve abitare nei nostri corpi mortali per vivificarli (Rom. 8:11). Innanzitutto dobbiamo sperimentare il battesimo dello Spirito Santo come conferma di essere figliuoli e figliuole di Dio, come era il caso per il Figliuolo di Dio (Mat. cap. 3). “E, perché siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei nostri cuori, che grida: «Abbà, Padre»” (Gal. 4:6). Poi continua fino alla guida dello Spirito: “Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio” (Rom. 8:14).

Tutti i profeti ai quali venne la Parola furono ispirati e guidati dallo Spirito di Dio. E tutti coloro che credono alla Parola sperimentano adesso la stessa ispirazione e guida dello Spirito Santo e vengono sigillati: “In lui voi pure, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza, e avendo creduto in lui, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è pegno della nostra eredità fino alla piena redenzione di quelli che Dio si è acquistati a lode della sua gloria” (Ef. 1:13-14). Tutto ciò che ci è stato donato con la redenzione, lo dobbiamo sperimentare personalmente nella comunione con Dio. Di ciò fanno parte anche la rigenerazione e la nuova nascita dallo Spirito, l’unzione e il battesimo dello Spirito Santo, come già allora nel Cristianesimo primitivo.

Tutti coloro che desiderano sussistere davanti a Dio ed essere rapiti desiderano ardentemente camminare con Dio. Però, una vita gradita a Dio è possibile solo in concordanza con la Sua Parola e la Sua volontà. Tutto il resto è teoria e fantasticherie. Due volte il compiacimento di Dio venne pronunciato sul Figlio di Dio: una volta al battesimo (Mat. cap. 3) quando disse: “Conviene che noi adempiamo così ogni giustizia” e poi alla trasfigurazione (Mat. cap. 17). In quell’occasione fu aggiunto ancora: “Ascoltatelo!”. Ci furono sempre sulla terra uomini predestinati a essere figliuoli e figliuole di Dio secondo il disegno benevolo della Sua volontà (Ef. 1:5 e altri). Sono coloro ai quali Egli fa conoscere il mistero della Sua volontà e del Suo consiglio (Ef. 1:9-14). Con lo sguardo sul ritorno di Gesù Cristo l’apostolo Paolo scrive ai veri credenti: “Poiché Dio è colui che opera in voi il volere e l’operare, per il suo beneplacito… affinché siate irreprensibili e integri, figli di Dio senza biasimo in mezzo ad una generazione ingiusta e perversa…” (Fil. 2:12-18). Se vogliamo essere rapiti, il compiacimento di Dio deve riposare su di noi.

Bisogna accertare se si crede quel che la Scrittura insegna nel modo in cui lo insegna, oppure se si crede quel che gli uomini dicono. Ritorniamo subito al punto, vale a dire alla promessa profeticamente annunciata per questo tempo. Giovanni il Battista era l’adempimento di Malachia 3:1, lo confermano i quattro Evangeli. Aveva il suo ministero duemila anni fa, all’inizio del giorno della salvezza. Adesso il tempo della grazia sta per terminare e irromperà il «giorno del Signore», perciò doveva adempiersi Malachia 4:5: “Ecco, io vi mando il profeta Elia, prima che venga il giorno del Signore, giorno grande e terribile”. Adesso abbiamo di nuovo un periodo profetico e il Signore mise in risalto, come già citato, la validità di questa promessa particolare che, in quel tempo, dopo il ministero compiuto di Giovanni il Battista che apparve nello spirito di Elia, era ancora avvenire: “Certo, Elia deve venire e ristabilire ogni cosa” (Mat. 17:11).

Ogni volta che Dio fa qualcosa di particolare sulla terra, rivela il Suo segreto ai Suoi servi, i profeti (Amos 3:7). Poi si adempie la promessa del Signore: “Chi riceve un profeta come profeta, riceverà premio di profeta; e chi riceve un giusto come giusto, riceverà premio di giusto” (Mat. 10:41) e vale l’ammonimento: “Non toccate i miei unti e non fate male ai miei profeti!” (1 Cron. 16:22; Salmo 105:15). Ci sono anche coloro che lapidano i profeti loro inviati, ma ornano la tomba di quelli che si sono addormentati (Mat. 23:29). Ciononostante, prima del giudizio, il Signore manda dei messaggeri al Suo popolo.

Come Elia radunò il popolo di Dio, prese le dodici pietre secondo le dodici tribù d’Israele, riedificò l’altare demolito e offerse il sacrificio, poi Dio rispose (1 Re cap. 18), così, per mezzo del «Messaggio di Elia», la dottrina dei dodici apostoli deve adesso essere nuovamente restaurata (Atti 2:42; Ef. 2:20) e i veri credenti debbono essere radunati, affinché Dio possa rispondere.

È purtroppo una realtà che, per quanto concerne le manifestazioni che si tengono con lode e con una potente cornice musicale, non si tratti ancora dell’annunciato tempo di refrigerio, ma di un solenne intrattenimento religioso ingannevole, anche se fatto con buone intenzioni. L’operato conclusivo dello Spirito nella Chiesa neotestamentaria deve essere accompagnato dalla restaurazione di tutte le cose. La Chiesa deve essere ricondotta allo stato originale, così dice la promessa. È anche vero che l’adorazione e ogni lode sono vane, come disse il nostro Signore, perché gli adoratori si trovano ancora in comandamenti e dottrine umani tramandati e, così, annullano la Parola di Dio. Tutto in sé è ancora totalmente rivolto contro Cristo. Per questo motivo il Signore dice: “Invano mi rendono il loro culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini… annullando così la Parola di Dio con la tradizione che voi vi siete tramandata. Di cose simili ne fate molte” (Marco 7:7, 13).

Dopo l’esposizione dei fatti in questa pubblicazione, tutti debbono decidere se i padri conciliari, i padri della Chiesa e i loro rappresentanti,tenuti in grande considerazione e in grande onore, siano ancora degni di essere festeggiati, oppure se, dal punto di vista di Dio, non appartengano piuttosto al banco degli imputati. Tutti dovrebbero anche valutare, però solo dal punto di vista biblico, se basta risalire ai riformatori e investigare ciò che dissero e insegnarono, oppure se dobbiamo ritornare adesso alle origini, a quel che hanno insegnato e praticato Pietro, Giovanni, Giacomo e Paolo. Non basta ripetere quel che uomini famosi hanno insegnato nei secoli passati, ma dobbiamo essere ricondotti a quel che nel principio venne detto, insegnato e praticato in modo chiaro e vero.

Il seguente e ultimo paragone non può essere tralasciato, affinché nessuno rimanga risparmiato: Bisogna domandarsi se è sufficiente chiedere a stimati evangelisti televisivi di fama mondiale quali dottrine sostengono riguardo alla Deità, al battesimo, ecc. In ogni punto va detto:Tornate alla Parola e a Dio! Tornate a quel che era nel principio! Ciò vale nella stessa misura per tutti i predicatori e per il popolo.

Così è, e sia chiaramente detto ancora una volta: Nel principio del Nuovo Testamento, gli stimati e tradizionali dottori nel Giudaismo di allora non hanno riconosciuto la visitazione di grazia di Dio. I religiosi cristiani di oggi li definiscono ipocriti e farisei, però fanno in realtà la stessa cosa. In quel tempo non si sono umiliati sotto la potente mano di Dio, non hanno adempiuto la volontà di Dio e non si sono fatti battezzare con il battesimo di Giovanni. Perciò sta scritto: “Ma i Farisei e i dottori della legge hanno reso vano per loro stessi il consiglio di Dio, non facendosi battezzare da lui” (Luca 7:29-30).

Anche adesso ci sono abbastanza evangelisti e carismatici che insegnano agli altri, che tengono le loro solenni funzioni religiose e, secondo la loro propria opinione, hanno una grande importanza nel Regno di Dio. Però non riconoscono quel che Dio fa nel nostro tempo secondo il Suo piano di salvezza.

Per mezzo del ministero di Giovanni Battista, il profeta, che annunciò l’inizio del periodo di tempo della grazia, “ogni creatura vedrà la salvezza di Dio” (Luca 3:2-6), “affinché tutti credessero per mezzo di lui” (Giov. 1:6-13). Giovanni stesso testimonia riferendosi al Redentore: “Io non lo conoscevo; ma appunto perché egli sia manifestato a Israele, io sono venuto a battezzare in acqua” (Giov. 1:31). Per mezzo dell’ultimo profeta e del suo Messaggio, è stata annunciata la fine del tempo della grazia e, di nuovo, si tratta innanzitutto del battesimo e, precisamente, del battesimo nel Nome del Signore Gesù Cristo che è indispensabile per tutti coloro che si lasciano inserire nel piano di salvezza di Dio.

Quando Dio fa la storia della salvezza e il Regno di Dio si fa strada, il tempo di continuare a camminare per le proprie vie è passato. Affinché tutti capiscano il significato di biblico e di apostolico e non abbiano più alcuna scusa, ecco un esempio tratto dagli Atti degli apostoli, capitolo 19.

Quando Paolo venne a Efeso, vi trovò alcuni credenti e chiese loro: “Avete voi ricevuto lo Spirito Santo dopo che avete creduto?”. Meravigliato dal fatto che erano credenti, ma che non avevano ancora ricevuto lo Spirito Santo, chiese ancora: “Con quale battesimo siete dunque stati battezzati?”. Essi risposero: “Con il battesimo di Giovanni”. Dunque erano battezzati come discepoli di Giovanni con lo stesso battesimo con cui Gesù Cristo si era fatto battezzare. Però adesso ciò non bastava più. La redenzione era stata compiuta, il Nuovo Patto era entrato in vigore, la Chiesa di Cristo era stata fondata e così, da quel momento, valeva quel che Pietro aveva detto per incarico di Dio nella prima predicazione. Senza alcuna discussione, così sta scritto, ubbidirono a quel che l’uomo di Dio disse: “Udito questo, furono battezzati nel nome del Signore Gesù…” (Atti 19:1-7).

Ancora una volta deve essere messo in risalto che, alla fine, nella Chiesa dell’Iddio vivente, ogni cosa deve essere come era nel principio. Per quel che concerne il tempo della Riforma o tutti i risvegli che poi seguirono, tutti avevano il loro posto e il loro tempo. Prima della Prima guerra mondiale, all’inizio del XX secolo, ebbe luogo nel mondo intero un potente operato dello Spirito Santo. Dopo la Seconda guerra mondiale, Dio diede il più potente risveglio di guarigione mai avvenuto fin dai giorni degli apostoli. Però questa è l’ora della visitazione di grazia di Dio nell’ultimissimo periodo prima del ritorno di Gesù Cristo. Adesso non vale più quel che è stato insegnato o praticato prima o poi, ora valgono la Parola che c’era nel principio e l’ordine divino biblico, come ci sono stati lasciati dai giorni del Cristianesimo primitivo!

Tutti coloro che ora respingono il battesimo biblico nel Nome del Signore Gesù Cristo — che appartiene all’insegnamento elementare, al fondamento (Ebrei 6:2) e lo definiscono eresia — rigettano per loro stessi l’intero consiglio di Dio che essi pensano predicare e credere. Se non seguono già i principi elementari della dottrina biblica, allora anche l’elencazione di tutte le cose che hanno fatto nel Suo Nome non servirà a nulla (Mat. 7:21-27). Dovranno udire dalla bocca del Signore il: “Dipartitevi da me, voi tutti operatori d’iniquità”. È COSÌ DICE IL SIGNORE nella Sua Parola.

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