lunedì 18 novembre 2013

Lettera circolare n.61, ottobre 2013 - Il duplice adempimento della profezia biblica - Ewald Frank

Consideriamo la duplice promessa di Malachia 4:5-6: “Ecco, Io vi
mando Elia, il profeta, prima che venga il giorno dell’Eterno, giorno grande
e spaventevole. Egli ricondurrà il cuore dei padri verso i figliuoli, e il cuore
dei figliuoli verso i padri…”. Nel ministero di Giovanni il Battista si adempì: “Egli ricondurrà il cuore dei padri verso i figliuoli…”; così è stato detto
dall’angelo al suo padre Zaccaria: “… convertirà molti dei figli d’Israele
al Signore, loro Dio; andrà davanti a Lui con lo spirito e la potenza di Elia,
per volgere i cuori dei padri ai figli e i ribelli alla saggezza dei giusti,  per
preparare al Signore un popolo ben disposto” (Luca 1:16-17).
La seconda parte di Malachia 4:  “… e il cuore dei figliuoli verso i
padri…” si adempie adesso tramite il Messaggio nel periodo prima della
seconda venuta di Cristo. Questo era ed è lo scopo del mandato divino:
che un popolo ben disposto sia condotto al Signore.
Molte delle profezie dell’Antico Testamento hanno un duplice adempimento. In Isaia 61:1-3 sta scritta la parola conosciuta da tutti:  “Lo Spirito del Signore, dell’Eterno è su Me, perché l’Eterno M’ha unto per recare
una buona novella agli umili…”; in Luca 4:18-19 Gesù lesse questo testo
e si fermò in mezzo al secondo versetto dove viene detto: “… a proclamare
l’anno accettevole del Signore”. La seconda parte dove si parla del «giorno
di vendetta», Egli non poteva leggerla all’inizio del giorno della salvezza.
Non avrebbe potuto dire: “Oggi, si è adempiuta questa Scrittura, che voi
udite” (Luca 4:21).
In Gioele 2:28-32 troviamo la potente promessa:  “E dopo questo,
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avverrà che Io spanderò il Mio Spirito sopra ogni carne…” (Gioele 2:28),
poi segue l’annuncio del «grande e terribile giorno del Signore», quando
il sole sarà mutato in tenebre e la luna in sangue. Sì, e subito nel versetto
seguente sta scritto: “E avverrà che chiunque invocherà il Nome dell’Eterno
sarà salvato; poiché sul monte Sion ed in Gerusalemme vi sarà salvezza”.
Nella prima predicazione il giorno di Pentecoste l’apostolo Pietro
si riferisce alla promessa di Gioele 2 e proclama ad alta voce: “E avverrà
che chiunque avrà invocato il Nome del Signore sarà salvato” — ma poi si
ferma in mezzo al versetto senza menzionare la parte del versetto che
dice: «… poiché sul monte Sion e a Gerusalemme vi sarà salvezza». Ciò
si adempirà alle tribù di Israele (Is. 10:12; Gioele 3:15-17; Michea 4:6-7)
finché i 144.000 appaiono sul monte Sion (Apoc. 14).
Pietro ha fatto ancora qualcosa: ha cambiato il “terribile giorno del
Signore” nel “glorioso giorno”: “… prima che venga il grande e glorioso
giorno, che è il giorno del Signore” (Atti 2:20). Sì, per i credenti sarà un
giorno glorioso. Paolo scrive che il Signore condurrà a compimento l’o-pera fino al giorno di Cristo Gesù (Fil. 1:6, 10). Egli scrive ancora della
corona di giustizia che riceveranno lui e tutti coloro che hanno amato
l’apparizione del Signore (2Tim. 4:8). Dunque per i credenti  questo giorno è il glorioso giorno di Gesù Cristo, la meta della loro fede, il rapimento:
“… tenendo alta la Parola della vita, onde nel giorno di Cristo io abbia da
gloriarmi di non aver corso invano, né invano faticato” (Fil. 2:16). Per gli
altri questo giorno rimane il giorno terribile, ardente come una fornace
(2Piet. 3).
Adesso, alla fine dei giorni, gli schernitori chiedono: “Dov’è dunque
questo Gesù che, secondo voi, aveva promesso di ritornare?” (2Piet. 3:4).
La risposta è: “Il Signore non ritarda l’adempimento della Sua promessa…”
(2Piet. 3:9). Egli è paziente finché gli ultimi siano stati salvati e vengano
aggiunti. Pietro parla del ritorno promesso e, allo stesso tempo, del
«Giorno del Signore»: “Ma il giorno del Signore verrà come un ladro; in
esso i cieli passeranno stridendo, e gli elementi infiammati si dissolveranno,
e la terra e le opere che sono in essa saranno arse” e finisce con l’esortazione:
“Perciò, diletti, aspettando queste cose, studiatevi d’esser trovati, agli occhi
Suoi, immacolati e irreprensibili nella pace” (2Piet. 3:10, 14). Per la Chiesa-Sposa è il giorno glorioso perché va alla Cena delle nozze.

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