sabato 16 novembre 2013

Lettera circolare n.61, ottobre 2013 - Paragoni molto importanti - Ewald Frank


In Isaia 40, versetto 4, viene descritto il ministero di Giovanni il
Battista: “La voce di uno che grida nel deserto: «Preparate la via dell’Eterno,
raddrizzate nel deserto una strada per il nostro Dio»”. Prima di tutto ciò
era una promessa. A questa appartiene anche la seguente parola: “Ecco,
Io vi mando il Mio messaggero; egli preparerà la via davanti a Me…”
(Mal. 3:1a). Quando era giunto il tempo dell’adempimento, la promessa
divenne realtà visibile, udibile e vivibile: “Vi fu un uomo mandato da Dio,
il cui nome era Giovanni. Egli venne come testimone per render testimonianza alla luce, affinché tutti credessero per mezzo di lui” (Giov. 1:6-7).
Al punto culminante del suo ministero vennero da Gerusalemme
degli uomini mandati che dovevano chiedergli chi egli fosse. Lui dichiarò:
“«Io non sono il Cristo». Ed essi gli domandarono: «Che dunque? Sei Elia?».
Ed egli rispose: «Non lo sono»” perché, secondo la promessa di Mala-chia 4:5, Elia doveva venire soltanto prima del giorno grande e terribile
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del Signore. Gli uomini mandati chiesero ancora: “«Sei tu ‹il profeta›?».
Ed egli rispose: «No!»”. La domanda non era: “Sei un profeta?”, ma proprio alludendo alla promessa di Deuteronomio 18:15-19: “«Sei tu il pro-feta?»” (Giov. 1:19-27).
La promessa in riferimento al Messia quale profeta era: “Io susciterò
loro un profeta come te, di mezzo ai loro fratelli, e porrò le Mie parole nella
Sua bocca, ed Egli dirà loro tutto quello che Io Gli comanderò. E avverrà
che se qualcuno non darà ascolto alle Mie parole ch’Egli dirà in Mio Nome,
Io Gliene domanderò conto” (Deut. 18:18-19).
Giovanni era un profeta, ma non era il Profeta. Era in verità più dei
profeti dell’Antico Testamento che hanno annunciato il Redentore, per-ché Giovanni poté presentarLo. Ma non era più di un uomo, ma il più
piccolo nel Regno dei Cieli è più grande di lui (Mat. 11:9-11). Per mezzo
del suo ministero unico, è stato gettato il ponte dall’Antico al Nuovo
Testamento; perciò sta scritto: “La legge ed i profeti hanno durato fino a
Giovanni; da quel tempo è annunziata la Buona Novella del Regno di Dio,
ed ognuno v’entra a forza” (Luca 16:16). Per mezzo della discesa dello
Spirito Santo il Regno di Dio si fece strada con potenza, la fondazione
della Chiesa neotestamentaria ebbe luogo e i primi vi entrarono con
forza.
Di Gesù, il Messia, sta scritto: “Una parte dunque della moltitudine,
udite quelle parole, diceva: «Questi è davvero il Profeta». Altri dicevano:
«Questi è il Cristo»” (Giov. 7:40-41).
Il Messia quale Figlio dell’uomo non era soltanto un profeta, Egli
era  «il Profeta». Egli era  «il  Profeta»,  il Redentore promesso  —  Gesù
Cristo, il nostro Signore. Pietro  sapeva che la promessa nell’Antico Testamento indicava Lui: “Mosè, infatti, disse: «Il Signore Dio vi susciterà in
mezzo ai vostri fratelli un Profeta come me; ascoltateLo in tutte le cose che
vi dirà»” (Atti 3:22).
Anche Stefano vi si riferisse: “Questi è il Mosè che disse ai figli d’Israele:
«Dio vi susciterà, tra i vostri fratelli, un Profeta come me»” (Atti 7:37).
In Deuteronomio 18, a differenza «del Profeta», si parla anche di
un profeta che Dio manda (Deut. 18:20-22). Per mostrare la differenza
con «il Profeta» viene mostrata la fallibilità di un profeta a differenza
dell’infallibilità del Dio-Profeta: “Ma il profeta che avrà la presunzione
di dire in Mio Nome qualcosa che Io non gli ho comandato di dire o che
parlerà in nome di altri dèi, quel profeta sarà messo a morte. Se tu dici in
cuor tuo: «Come riconosceremo la parola che il Signore non ha detta?».
Quando il profeta parlerà in Nome del Signore e la cosa non succede e non
si avvera, quella sarà una parola che il Signore non ha detta; il profeta l’ha
detta per presunzione; tu non lo temere” (Deut. 18:20-22).
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Un vero profeta rimane un vero profeta, anche se, come uomo, dice
qualcosa per cui non ha ricevuto un diretto incarico da Dio. È stato detto
molto chiaramente  quando il Signore ha parlato tramite il profeta e
quando il profeta ha parlato per conto suo. “Quando il profeta parlerà in
Nome del Signore e la cosa non succede e non si avvera, quella sarà una
parola che il Signore non ha detta”. Dobbiamo accettare anche questa
parola della Scrittura e lasciarla esattamente come sta scritta.
Il fratello Branham disse il 18 gennaio 1963: «Io sono soltanto un
comune mortale, commetto errori. Egli è immortale, infallibile! Egli
deve mantenere la Sua Parola; non ho bisogno di mantenere la mia».
Come Giovanni il Battista, il fratello Branham era un profeta promesso,
ma anche un uomo che andava con piacere a pesca e che prendeva anche
molto tempo per andare a caccia. Perciò, il Messaggio che doveva portare
al popolo di Dio non è quel che lui disse quale uomo, ma ciò che Dio ha
detto tramite lui.

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