mercoledì 13 novembre 2013

Lettera circolare n.61, ottobre 2013 - Tutto si ripete, perché i doni e la vocazione di Dio sono irrevocabili (Rom. 11:29) - Ewald Frank

Nell’Antico Testamento Dio ha parlato e operato per mezzo dei
Suoi servi e profeti. Nel Nuovo Testamento Egli ha rivelato il Suo consiglio ai santi apostoli e profeti (Ef. 3:5). Quali profeti vedevano in visione
ciò che Dio aveva in mente di fare; quale servitori facevano ciò che Egli
aveva loro ordinato di fare. Rimane così come sta scritto: “Poiché il Signore, l’Eterno, non fa nulla, senza rivelare il Suo segreto ai Suoi servi, i
profeti” (Amos 3:7).
Nel Nuovo Testamento l’apostolo Paolo si presenta nel primo versetto della sua prima epistola quale servo e apostolo:  “Paolo,  servo di
Cristo Gesù, chiamato ad essere apostolo, appartato per l’Evangelo di Dio,
ch’Egli aveva già promesso per mezzo dei Suoi profeti nelle sante Scritture…” (Rom. 1:1-12).
Giacomo si presenta così:  “Giacomo, servitore di Dio e del Signor
Gesù Cristo, alle dodici tribù che sono nella dispersione, salute” (Giac. 1:1).
Pietro si presenta così: “Simon Pietro,  servitore e apostolo di Gesù
Cristo, a quelli che hanno ottenuto una fede preziosa quanto la nostra nella
giustizia del nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo…” (2Piet. 1:1).
La rivelazione fu data a Giovanni quale servo affinché per mezzo di
lui tutti i servi ricevessero la stessa rivelazione: “La rivelazione di Gesù
Cristo, che Dio gli ha data per mostrare ai Suoi servitori le cose che debbono
avvenire in breve; ed Egli l’ha fatta conoscere mandandola per mezzo del
Suo angelo al Suo servitore Giovanni” (Apoc. 1:1).
Questo è ancora confermato nell’ultimo capitolo:  “Poi mi disse:
«Queste parole sono fedeli e veraci; e il Signore, l’Iddio degli spiriti dei profeti,
ha mandato il Suo angelo per mostrare ai Suoi servitori le cose che debbono
avvenire in breve. Ecco, Io vengo tosto. Beato chi serba le parole della profezia di questo libro»” (Apoc. 22:6-7).
Quando si tratta del ministero, allora il nostro Signore e Redentore
doveva anche essere servo. “Ecco il Mio Servo, Io Lo sosterrò; il Mio Eletto
in cui si compiace l’anima Mia; Io ho messo il Mio Spirito su Lui, Egli
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insegnerà la giustizia alle nazioni. Egli non griderà, non alzerà la voce, non
la farà udire per le strade” (Is. 42:1-2).
In Matteo 12:18-21 ne abbiamo l’adempimento: “Ecco il Mio Servitore che ho scelto; il Mio Diletto, in cui l’anima Mia si è compiaciuta. …
Ei non triterà la canna rotta e non spegnerà il lucignolo fumante, finché
non abbia fatto trionfare la giustizia…”.
“Egli vedrà il frutto del tormento dell’anima Sua, e ne sarà saziato; per
la Sua conoscenza, il Mio Servo, il Giusto, renderà giusti i molti, e si caricherà Egli stesso delle loro iniquità” (Is. 53:11)
Il Signore divenne Servo per adempiere nell’ubbidienza il compito
della redenzione. “Egli abbassò Se stesso, facendosi ubbidiente fino alla
morte, e alla morte della croce” (Fil. 2:8).
Quanto alla vocazione, Pietro era apostolo, quanto all’adempimento
del compito divino, era servo.
La stessa cosa vale per gli apostoli Giovanni e Giacomo: per quanto
riguarda la loro chiamata e il loro mandato, erano apostoli, per quanto
concerne l’adempimento del loro compito, erano servi di Cristo. Infatti
il Signore disse: “Ecco, Io vi mando…” (Mat. 10:16). “Come il Padre Mi
ha mandato, anch’Io mando voi” (Giov. 20:21). Dio ha dato alla Sua
Chiesa apostoli, profeti, dottori, evangelisti e pastori.
Gli apostoli e i profeti avevano ricevuto una chiamata diretta e personale senza la quale non ci può essere alcun mandato.
Paolo poteva riferire:  “Mentre ero per strada… verso mezzogiorno,
improvvisamente dal cielo mi sfolgorò intorno una gran luce” (Atti 22:6).
Ad una chiamata appartiene anche la destinazione divina: “Ed Egli disse:
«L’Iddio de’ nostri padri  ti ha destinato a conoscere la Sua volontà, e a
vedere il Giusto, e a udire una voce dalla Sua bocca». …  «Va’, perché Io ti
manderò lontano, ai Gentili»” (Atti 22:14, 21).
Ogni servo del Signore sapeva ciò che doveva fare. Giovanni il Battista poteva dire: “E io non Lo conoscevo; ma Colui che mi ha mandato
a battezzare con acqua, mi ha detto: Colui sul quale vedrai lo Spirito scendere e fermarsi, è quel che battezza con lo Spirito Santo” (Giov. 1:33).
Il fratello Branham poteva ripetere esattamente ciò che gli era stato
detto l’11 giugno 1933, e anche ciò che il messaggero celeste gli aveva
detto il 7 maggio 1946 con le parole: «Non temere, sono stato mandato
da te dalla presenza di Dio…». Però, quale Chiesa di Dio, che vantaggio
ne avremmo oggi se solo sapessimo quel che Dio ha fatto nel passato, se
solo sapessimo quali compiti erano in rapporto con i diversi mandati
compreso quello del fratello Branham, se non fossimo partecipi di ciò
che Egli fa attualmente.

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